VIVIANA
Cronaca

Elena, sorella guerriera: "Non mi farete tacere. Fermiamo l’orrore". La rabbia e i post virali

La 24enne attacca il ministro Salvini che aveva detto: se colpevole, ergastolo "Filippo non mi piaceva. Giulia voleva seguire i suoi sogni, lui la controllava".

Ponchia

Come Cassandra ha capito prima. Come Jo di Piccole donne si è presa il ruolo di protagonista della storia. Elena Cecchettin ha sentito l’odore del pericolo assediare la famiglia. Ha cercato di comprendere chi le avrebbe ammazzato la sorella. Ha suggerito a Giulia una via di fuga. Poi si è arrabbiata. E in 24 ore è diventata il faro delle donne, la spinta a vergognarsi per gli uomini, una fustigatrice di ministri. "Io non starò mai zitta. Non mi farete mai tacere". Eccola lì, saggia e lucida a 24 anni. Con i piercing, gli orecchini minacciosi e i boccoli gentili come la voce. Distrutta dal dolore ma già in testa all’esercito di chi non vuole più vedere la lista allungarsi. Avrà pianto ma si è asciugata gli occhi ed è andata a ripescare le storie sulla violenza di genere e "la cultura dello stupro che alimenta e protegge i violenti". Ha ripubblicato la citazione dell’attivista peruviana Cristina Torres Càceres: "Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima". Per te bruceremo tutto, ha promesso. Ha scritto sui social: "Vogliamo un giorno in cui non conosceremo già la fine della storia. Fino ad allora lotteremo anche per te". Per Giulia. E per le altre. In pochi minuti ieri è diventato virale il post in cui ha rilanciato l’appello dei genitori di Carol Bugin, la ragazza di 16 anni scomparsa a Mestre: "Vi prego, non di nuovo".

È uscita dal suo dolore immenso per condividere quello di chi ha perso le tracce dell’ennesima bambina. Un’artista che studia microbiologia a Vienna e invita a pensare agli insetti prima che al capitale, una giovane donna che ha subito un danno e sa di poter sopravvivere. Attenti a quelle come lei. Attenti alle parole, voi che fate politica, anche a un incauto "se". "Se colpevole nessuno sconto di pena e carcere a vita" ha scritto Salvini commentando l’arresto di Filippo Turetta. E a quel punto Elena Cecchettin ha alzato la voce e citato Carlotta Vagnoli, scrittrice e divulgatrice femminista che ricordava l’astensione della Lega alla ratificazione della convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne: "Dubita della sua colpevolezza perché bianco e perché di buona famiglia. Anche questa è violenza, violenza di Stato". Il vostro bravo ragazzo. "Troppo bravo, non farebbe male neanche a una mosca – aveva ironizzato subito il ritrovamento del corpo di Giulia – Certo a una mosca no ma a una donna, beh, quella è tutta un’altra questione".

Filippo non le piaceva. Dalle mezze parole della sorella e da quello che raccontavano le amiche era ossessionato dal fatto che la fidanzata si laureasse prima di lui. E dopo, quando c’era stata la rottura, aveva minacciato di suicidarsi. "Era troppo geloso e possessivo. Quando mio fratello mi ha chiamato alle 8 del mattino chiedendomi dove fosse Giulia ero preparata al peggio". Sapeva che certe cose si confidano alle amiche e non a una sorella. "A loro diceva di avere paura e a me no, forse pensava che potessi essere troppo protettiva. Stava iniziando ad aprirsi dopo la perdita di nostra madre, a seguire i suoi sogni. E lui li percepiva come un distacco. Quello di Filippo era un comportamento malato, voleva essere sempre con lei, le controllava il telefono". E le liti. Come quella volta che le due sorelle erano andate a un concerto a Milano. "Io le ho detto: se non ti rende felice non sentirti nemmeno in dovere di restare sua amica. Ma era troppo buona Giulia, non voleva ferirlo".