Martedì 23 Aprile 2024

Elena Del Pozzo, i funerali in duomo a Catania

Le esequie saranno celebrate mercoledì 22 giugno dall'arcivescovo Renna

Nel riquadro un'immagine di Elena, sullo sfondo la disperazione del padre

Nel riquadro un'immagine di Elena, sullo sfondo la disperazione del padre

Catania, 19 giugno 2022 - Saranno celebrati nel Duomo di Catania i funerali di Elena Del Pozzo, la bambina di 5 anni uccisa dalla madre a Tremestieri: le esequie sono fissate per mercoledì 22 giugno, alle 17, e saranno officiate dall'arcivescovo monsignor Luigi Renna. 

La scelta della cattedrale è stata fatta  "in considerazione della forte devozione e vicinanza della famiglia alla martire Sant'Agata", a cui è intitolato il Duomo, spiega Vincenzo Magra, sindaco di Mascalucia, il Paese dove Elena viveva con la mamma, Martina Patti. E verosimilmente anche in previsione dell'afflusso di gente, vista la notorietà dell'accaduto. 

Mercoledì a Mascalucia sarà lutto cittadino: non ci saranno eventi pubblici e le bandiere.  le bandiere saranno esposte a mezz'asta. "L'amministrazione comunale si unisce con l'intera comunità mascaluciese all'immenso dolore della famiglia", dice Magra. 

Il corpo della piccola Elena tornerà presto alla famiglia: è stata eseguita ieri infatti l'autopsia. L'esame legale ha chiarito che la bambina è stata colpita da oltre 11 coltellate: solo una è stata letale, perché ha reciso l'arteria succlavia. Dagli accertamenti risulta che la piccola non è morta subito ma ha dovuto sopportare una lunga agonia. Il decesso è infatti avvenuto dopo più di un'ora dal pasto che Elena aveva consumato a scuola intorno alle 13. Si attendono ora i risultati degli esami tossicologici, chiesti dalla procura di Catania per stabilire se la bimba sia stata o meno sedata

Resta intanto in carcere Martina Patti, reo confessa del delitto, dopo che ieri il gip ha convalidato il fermo. Nei confronti della 23enne il giudice ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per omicidio premeditato pluriaggravato e occultamento di cadavere. Una decisione presa perchè secondo il giudice Daniela Monaco Crea l'indagata potrebbe tornare a uccidere, inquinare le prove e fuggire. La donna è strettamente sorvegliata dalla polizia penitenziaria per paura che possa compiere qualche gesto autolesionistico o che altre detenute possano aggredirla.