Varianti Covid, l'epidemia rialza la testa. "Tra due settimane 20mila casi al giorno"

Da lunedì 15, +2,6% di nuovi positivi. Ieri in crescita ricoveri (anche in rianimazione) e tasso di positività, salito al 5,6%

Covid, i dati in Italia

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La curva della pandemia torna ad alzare la testa. Il report settimanale (15-21 febbraio) dell’Istituto superiore di Sanità registra 87.435 nuovi casi rispetto agli 85.210 di una settimana fa (con un aumento di 2.225 contagi, cioè +2,6%). Nelle scorse tre settimane, invece, il trend era in fase di stabilizzazione. In otto regioni e una provincia i dati sono in crescita. La spiegazione è l’entrata in campo delle varianti del Sars-Cov-2. Se i parametri per stabilire i colori delle Regioni resteranno invariati, tra tre monitoraggi queste realtà territoriali potrebbero cambiare colore. L’Abruzzo passa da 2.366 casi a 3.330 (+40,8%), la Provincia di Trento da 1.423 a 1.651 (+16%), la Lombardia da 13.593 a 16.202 (+19,1%), l’Emilia-Romagna da 8.874 a 10.346 (+16,6%), la Toscana da 4.757 a 5.446 (+14,4%), le Marche da 2.667 a 2931 (+9,9%), il Veneto da 4.639 a 5.032 (+8,4%), il Piemonte da 5.127 a 5.543 (+8,1%), la Basilicata da 565 a 594 (+5,1%).

Il bollettino Covid del 23 febbraio

"Da circa 4 settimane abbiamo un’inversione di tendenza in una decina di regioni, con casi concentrati in 17 province, tra cui Brescia, Perugia, Chieti, Pescara – spiega il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta –: la diffusione delle varianti sta determinando focolai che si innestano in situazioni già preoccupanti. In questo momento vediamo un’apparente calma nazionale, ma nelle prossime 4 settimane dovrebbe esserci la totale sostituzione della variante inglese col ceppo precedente: lì potremo avere di nuovo 20mila casi al giorno, essendo questo virus più trasmissibile del 50%. I focolai stavolta sono partiti dalle regioni piccole e ora stanno allargandosi a quelle grandi. È come se il sistema frenante dei colori delle regioni abbia incontrato una macchia d’olio che sono le varianti e ora scivoliamo più in fretta".

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Ecco, invece, le note positive, i territori in cui si apprezza il calo dei nuovi positivi: la Provincia di Bolzano passa da 4.091 a 3.018 (-26,2%), la Sicilia da 4.190 a 3.246 (-22,5%), l’Umbria da 2.475 a 2.033 (-17,8%), la Val d’Aosta da 66 a 55 (-16,6%), la Puglia da 6.066 a 5.303 (-12,5%), il Friuli Venezia Giulia da 2.036 a 1.815 (-10,8%), la Calabria da 1.245 a 1.150 (-7,6%), la Campania da 10.783 a 10.200 (-5,4%), il Lazio da 6.885 a 6.509 (-5,4%), la Liguria da 2.066 a 1.959 (-5,1%), il Molise da 616 a 591 (-4%), la Sardegna da 680 a 481 (-3,4%).

Andando ad analizzare l’incidenza, Val d’Aosta (43,7) e Sardegna (29,3 con i dati migliori a livello nazionale) mostrano numeri da zona bianca, restando al di sotto dei 50 casi ogni 100mila abitanti per 3 settimane di fila. Anche la Calabria e la Sicilia sono vicine al traguardo virtuoso (59 e 65). In fondo alla classifica Bolzano (566), Trento (304) e Abruzzo (253). L’Emilia-Romagna è a 232, l’Umbria a 230, il Molise a 193, le Marche a 192, la Campania 175, la Lombardia a 161, il Friuli Venezia Giulia a 149, la Toscana a 146, la Puglia a 131, il Piemonte a 127, la Liguria a 126, il Lazio a 110, la Basilicata a 105, il Veneto a 102. Cala lievemente la quota dei positivi, ora al 4,63% contro il 4,72%. Da 5 settimane la percetuale è all’incirca identica. Il totale dei ricoveri in una settimana passa da 26.042 a 25.260. Per quanto riguarda le terapie intensive, il trend è rimasto costante: si passa da 2.503 a 2.400. Si osserva un calo anche nelle vittime: al 142 eravamo a 93.577 persone morte con 2.304 decessi in 7 giorni, mentre al 21 febbraio si contavano 2.141 vittime in più in 7 giorni (per un totale di 95.718).

Ieri, invece, sono tornati a salire i ricoveri in Rianimazione con 24 posti occupati in più in 24 ore. Anche i ricoveri ordinari si sono impennati: più 351. Infine, il tasso di positività è cresciuto: siamo al 5,6% con 9.630 positivi su 170.672 test. In un giorno altre 274 vittime.