Mercoledì 24 Aprile 2024

Effetto Covid, trascurati tumori e infarti. Sono più mortali ma non creano allarme

Gli oncologi: "Ritardi che avranno conseguenze". L’appello di Mattarella: "Non dimenticare le altre malattie, il cancro non va in lockdown"

Il raffronto tra Covid e le altre malattie

Il raffronto tra Covid e le altre malattie

Servono comportamenti responsabili "perché il vero nemico è il virus". Tuttavia "la pandemia da Covid che oggi si è imposta come una priorità non deve farci arretrare sul fronte della lotta contro i tumori". Ecco il senso dell’appello lanciato ieri dal presidente Mattarella nel corso di un’iniziativa dell’Associazione della ricerca contro il cancro. "Le altre patologie non sono finite in lockdown, il cancro continua a manifestarsi coi ritmi di prima, troppi screening, troppe cure vengono rinviate a causa della pandemia, rischiando ritardi irrecuperabili nelle diagnosi e pericolose interruzioni nelle terapie". 

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Ieri in Italia sono morte 630 persone per malattie cardiovascolari, 490 per tumori, 73 di diabete. Altre migliaia per sindromi di varia natura. Nell’ultimo anno, l’influenza "classica" ha mietuto nel nostro paese circa 460 persone come causa diretta e 67mila come causa indiretta. Nel caso di malattie cardiovascolari e tumori si tratta spesso di persone giovani o di mezza età, che non presentavano precedenti patologie.

Un quadro devastante, che lascia senza parole e che tuttavia non desta lo stesso allarme sociale dei pur notevolissimi 100-120 morti giornalieri di questa seconda ondata di Covid, nella stragrande maggioranza persone molto anziane e con evidenti patologie pregresse. Il Paese è stato fermato nei mesi scorsi con un duro lockdown che ha piegato l’economia e forse sarà fermato ancora per i circa 520mila casi di coronavirus riscontrati a fronte degli attuali 2milioni e 250mila italiani che convivono, spesso non bene, con una diagnosi di tumore e i tre milioni ufficialmente dichiarati diabetici. Senza che nessuno si stracci le vesti per i morti di tumore, di diabete o di ictus.

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Una apparente incongruenza, la stessa che autorizza il governo a chiudere i ristoranti alle 18 (qui le proteste in tutt'Italia) e lasciare aperto fino a tarda sera il tabaccaio che vende le sigarette causa principale di morte in Italia ogni anno per almeno 33mila persone, 90 al giorno (dati ufficiali Istat dei decessi per tumore al polmone). Se anche solo metà dei soldi spesi in maniera diretta e indiretta per il coronavirus (siamo ormai a svariate decine di miliardi) fossero stati stanziati per massicce campagne informative sugli stili di vita e di prevenzione per la lotta ai tumori o per l’acquisto di macchinari per la prevenzione per la diagnosi precoce, il numero dei 230mila morti per malattie cardiovascolari o di 180mila decessi annui in Italia per cancro (Istat) sarebbero potuti essere seriamente ridotti, e magari portati ai 4550mila di quelli "con-causati" dal Covid cui verosimilmente si arriverà a marzo, a un anno dallo scoppio della pandemia.

L’attenzione di tutti è però rivolta al Coronavirus, come mai era accaduto a livello planetario, e tutti gli sforzi del servizio di sanitario sono di conseguenza per chi è ammalato di Covid. Con il rischio che si ingeneri un ulteriore effetto, che autorevoli studiosi stanno evidenziando, e che anche il presidente Mattarella ha ricordato. Quello cioè che in qualche modo si trascurino le cure delle malattie non Covid, anche se più diffuse e pericolose. Nei primi cinque mesi del 2020 a causa del Covid sono saltate circa 14 milioni di visite prenotate, 12 milioni gli esami di diagnostica previsti e non effettuati, circa un milione e 400mila in meno gli esami di screening per tumori non effettuati rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nonostante che anche quest’anno i numeri del cancro non siano in calo, e, a quanto visto finora, si toccherà la quota di 380mila nuove diagnosi. Il timore di molti medici è che gli effetti di questa situazione si possano osservare tra qualche tempo, visto che le ritardate diagnosi o i ritardi negli interventi mostreranno certamente in futuro le loro conseguenze. Una situazione drammatica, denunciata anche ieri al Quirinale dal presidente dell’Airc, Giuseppe Torrani, e che purtroppo ha coinvolto milioni di cittadini che si vedono ritardare interventi previsti e già per questo a subire uno stress aggiuntivo alla malattia.

"Abbiamo deciso di allearci tutti assieme, ematologi, oncologi e cardiologi - ha spiegato Francesco Cognetti, presidente della Federazione oncologi - per cercare di difendere i nostri pazienti. Nella maggior parte dei casi i letti che sono riservati in reparti Covid non sono letti aggiuntivi, si sottraggono all’attivita’ di degenza degli altri pazienti cronici, molti pazienti in certe circostanze non possono essere curati. E’ una situazione grave che puo’ determinare problemi seri agli undici milioni di pazienti che assistiamo. E’ gia’ successo un danno nei tre mesi di emergenza, i pazienti oncologici hanno visto rinviati o cancellati interventi chirurgici. Molti pazienti, circa il 20%, hanno deciso di non venire negli ospedali, perché avevano paura di essere contagiati. Si sono persi un milione e mezzo di esami e circa il 50% degli screening non sono stati effettuati. Gia’ cominciano a vedersi casi piu’ tardivi di diagnosi di tumori della mammella, del collo dell’utero e del colon retto". Un rischio vero, che l’Italia sta correndo senza accorgersene tutta presa dall’emergenza Covid.