Martedì 16 Aprile 2024

Ed io che sono? La mia identità non è nel sesso

Davide

Rondoni

E io che sono? grida Leopardi con il Pastore alla luna in una poesia del 1830. Da due secoli almeno, dunque, il tema della identità agita la cultura e la sensibilità moderna. In questi due secoli si sono succedute varie ideologie che – in modo più o meno coercitivo – hanno preteso di rispondere al grido di Leopardi, convincendo con le buone o le cattive che la identità di un uomo risiede nell’appartenenza a una determinata razza, a una classe sociale, a una idea politica. E ora la nuova ideologia forte vuole convincerci che esiste una identità legata all’orientamento sessuale. Sono tutte ideologie figlie del disagio di non saper rispondere al grido, non a caso rivolto al cielo, di Leopardi. Ne sono conseguiti in questi secoli regolamenti, leggi, che hanno seguito o impostato il pensiero di maggioranze o minoranze spesso “comodo” ai poteri via via dominanti.

La legge ora in discussione tra i rami di parlamento, è figlia di questo processo. Su limiti e opacità di ordine giuridico del provvedimento rimando agli interventi dell’Associazione intitolata al magistrato martire Rosario Livatino e di una studiosa avvocato, Sara Occhipinti, pubblicato dal sito Altalex. Ma sollevo un’inquietudine culturale e umana su una legge che presumendo di perseguire atteggiamenti violenti, giusto ma già previsto, e introducendo materie obbligatorie a scuola, attrezzando con 4 milioni di euro l’anno centri di servizi legati a tale ideologia, di fatto mi pare ottenere il contrario di quello che si prefigge. Stigmatizza, fissa. La identità di una persona, infatti non coincide con nessuno dei suoi atti o tendenze. Dovremo assistere a un fiorire di rivendicabili identità – in sede di processo – a secondo dell’assunzione di peso politico e sociale di categorie, oggi gli omosessuali domani i cultori del suprematismo bianco, dopodomani quale identità?

È questa la strada di una vera liberazione?