Ecco perché lo sciopero Cgil imbarazza il Pd

Marcella

Cocchi

o sciopero? Non giudico", ha detto Letta nel tentativo di non scontentare nessuno: né il presidente del Consiglio del governo di cui fa parte, né l’ex leader della Fiom da sempre “azionista” di un partito che si percepisca idealmente dalla parte dei più deboli. Per un sagace politologo nonché ex senatore di sinistra come Gianfranco Pasquino la traduzione di questa mezza frase è chiarissima: "Letta si sta barcamenando". Non può permettersi di inimicarsi la Cgil eppure, spiega Pasquino, "lo sciopero parziale del giovedì è un’arma spuntata, inciderà sul prestigio di Draghi senza dare vere risposte ai lavoratori". I toni sono alti: la Cisl accusa gli altri confederali di trasformare i luoghi di lavoro in campi di battaglia, la Uil chiede rispetto, Landini contesta tutto, perfino la norma "bon ton" contro i licenziamenti selvaggi. Difficile

in questo clima tenere il punto. Letta era sicuro con la manovra di aver dato il via alla "più grande riduzione di tasse sul lavoro mai fatta prima". Draghi è rimasto male per lo sciopero perché, a suo dire, "mai nessun governo ha destinato tante risorse al sociale". Ma Landini e Bombardieri (più il primo del secondo, già pronto a trattare in caso di riapertura del tavolo) si sponsorizzano ormai come i veri contestatori politici del “Migliore” Draghi, proprio nel momento in cui l’opposizione di Giorgia Meloni ha ammorbidito i toni in vista della partita quirinalizia.

Con queste premesse, hai voglia per i draghiani-dem a trovare punti di contatto con i manifestanti del 16 dicembre, quelli che gridano alla manovra "ingiusta" cantando “Bella ciao“ e aspirano quantomeno a ottenere più soldi per le pensioni. Tanto è vero che il numero due del Pd Provenzano anche ieri quasi supplicava un tavolo pacificatore. Ma la verità è che un punto di incontro non c’è, di qui l’imbarazzo crescente in vista della prova di piazza. Per i disillusi, come l’intellettuale Luciano Canfora, è tutto chiaro: "Di che stupirsi? Letta, da ex Margherita qual è, fa riferimento alla sola Cisl", al sindacato cioè che ha scelto di non disturbare troppo il grande manovratore. Riproponendo così l’eterno dualismo di un partito che non ha mai risolto questa e altre contraddizioni.