di Ettore Maria Colombo Onorevole Calenda, leader di Azione, le presidenziali francesi sono state vinte da Macron o perse dalla Le Pen? "Le ha vinte Macron perché la campagna elettorale per la conferma di un presidente in carica è sempre più difficile. Ma il problema del sovranismo e del populismo, che per me sono due facce della stessa medaglia, resta intatto. C’è stato un voto di sfiducia verso la politica che cerca soluzioni radicali. Su questo bisogna lavorare molto, in Francia come in Italia". Il voto francese è importante anche per la Ue? "Sì, assolutamente. La Francia poteva far prendere una brutta piega a tutta la Ue. La Le Pen, vicina a Putin anche a livello di finanziamenti al suo partito, era pronta a uscire dal comitato di coordinamento della Nato. Con Macron il fronte occidentale esce rafforzato". L’alto astensionismo non la preoccupa? "Sì, segna una perdita di fiducia nella politica, ritenuta incapace di incidere. Soprattutto i giovani la vivono estranea dai loro problemi. Bisogna restituire alla politica la sua carica di idealismo per cambiare le cose". Meloni e Conte. Entrambi non sapevano chi scegliere, tra Macron e la Le Pen… "Non mi ha stupito. Il M5s, vicino a Trump, Maduro, e la Cina fa il paio con la Meloni verso Orban e di nuovo Trump. Posizioni anti-occidentali che dimostrano l’inadeguatezza a governare il Paese in una fase in cui il nostro posizionamento internazionale deve essere, invece, molto chiaro". Dove e con chi ha trascorso il suo 25 aprile? "A una bella e grande manifestazione a Roma con le associazioni partigiane azioniste (la Fiap), cui sono iscritto, e con quelle cattoliche e cristiane, le associazioni ucraine e la comunità ebraica". Non dentro i cortei dell’Anpi, dunque. Perché? "Ormai sono anni che la Brigata ebraica viene fischiata ai cortei dell’Anpi, che si ...
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