Martedì 16 Aprile 2024

Ecco il nuovo codice degli appalti Taglia la burocrazia e i paletti

Esulta la Lega: "Permetterà di aprire cantieri in modo più veloce". La premier: "È un volano per la crescita". Ma opposizione e sindacati sono critici: "Una nefandezza". L’Anac insiste sulle garanzie

ROMA

Non è Giorgia Meloni, ma Matteo Salvini a presentare il codice degli appalti varato ieri dal governo. La premier era impegnata con il funerale dell’amica uccisa nella strage di Colle Salario, ma la coincidenza capita a fagiolo: il decreto è il fiore all’occhiello del ministro delle Infrastrutture. Di cosa si tratta? Di una piena liberalizzazione degli appalti. Strada sulla quale si era già incamminato Draghi, mantenendo però alcuni paletti che ora sono stati travolti. L’ultimo è l’appalto integrato senza limiti di importo. Vero è che nella bozza era presente pure una norma che avrebbe, di fatto, messo l’Anac agli ordini del governo, l’obbligo cioè di confrontarsi con la cabina di regia. È stata depennata in extremis.

Sul senso del provvedimento non ci sono dubbi. Abbattere ogni paletto: si cambia filosofia, si punta sul principio del risultato e sulla fiducia nella legittimità delle scelte fatte. "L’avevamo detto – sottolinea il sottosegretario Alfredo Mantovano, che apre a modifiche se decise dal Parlamento – il nostro motto è non ostacolare coloro che hanno voglia di fare". Tra qualche giorno, con il testo finale, si valuterà bene l’impatto della riforma che entra in vigore ad aprile. Di sicuro, ci sono minori vincoli sui subappalti che possono diventare ‘a cascata’, scatta l’obbligo di prevedere adeguamenti già nelle gare se i rincari dei materiali superano il 5% e arriva l’appalto integrato, prima vietato, che consente di attribuire con una stessa gara il progetto e l’esecuzione dei lavori. "È un volano per la crescita", dice Giorgia Meloni. Sottolinea Salvini: "Questo codice dovrà tagliare burocrazia, sprechi, offrire lavorare, permettere di aprire cantieri in tempi brevi. E porre fine alla proroga delle concessioni autostradali". Viene alzata la soglia da 100 a 500 mila per gli affidamenti sotto la quale i comuni possono procedere in maniera diretta. Arriva un help desk a Palazzo Chigi. È prevista l’indicazione di un elenco di opere strategiche, quasi come la vecchia Legge obiettivo.

La riforma si intreccia con quella dei servizi pubblici: per gli affidamenti in house superiori alle soglie europee serve una "motivazione adeguata". Esulta la maggioranza, ma piovono critiche. L’opposizione incalza: "È un colpo di spugna", accusa Provenzano (Pd). I sindacati bocciano il subappalto a cascata: "Una nefandezza", per la Cgil. Critica l’Autorità Anticorruzione, depotenziata dalla riforma: "Servono garanzie", dice il presidente Busia. Replica Salvini: "Abbiamo concordato le norme con il consiglio di Stato". Ha gioco facile: il Pnrr incalza, il decreto consente di rispettare l’impegno del governo con l’Europa.

An.Co.