Ecco 75 miliardi Ue, ma vanno spesi in fretta

Tutto pronto a Bruxelles per dare luce verde all’accordo di partenariato sui fondi strutturali destinati all’Italia per il periodo 2021-2027. Nel giro di qualche settimana la Commissione e il governo daranno l’annuncio ufficiale. Potrà così partire la messa a punto della programmazione degli investimenti – per un valore complessivo indicato in circa 75 miliardi tra risorse Ue e cofinanziamento nazionale – da realizzare entro i prossimi sette anni. Ma bisogna fare presto. A Bruxelles gli addetti ai lavori ricordano che, in base alle nuove regole, per non perdere la prima tranche dei nuovi fondi Ue bisognerà presentare i programmi operativi nazionali, regionali e settoriali (una cinquantina in tutto) entro la fine dell’anno. E non è questa l’unica scadenza che incombe sull’Italia, già alle prese con il rispetto del cronoprogramma fissato per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr, che vale più di 191 miliardi.

Entro la fine del 2023 le autorità nazionali e regionali dovranno, secondo le attuali disposizioni europee, spendere tutti i fondi strutturali stanziati per il periodo 2014-2020. All’appello mancano ancora – secondo i conti chiusi alla fine dello scorso anno e resi pubblici pochi giorni fa – circa 32 miliardi di euro, poco meno della metà dell’intera cifra messa a disposizione. Ma se per utilizzare la prima metà dei fondi ci sono voluti otto anni, questo tesoretto dovrà essere speso in poco più di 18 mesi. Qualcuno a Bruxelles si è fatto i conti e ha stimato che, per fare fronte a tutti gli impegni legati all’utilizzo della valanga di risorse a disposizione tra fondi 2014-2020, Pnrr, fondi 2021-2027 e React-Eu, la capacità di spesa della pubblica amministrazione dovrebbe essere moltiplicata per quattro.