E un italiano su tre salirà sul supertreno

È l’obiettivo da raggiungere nei prossimi 5 anni. Incrementare il trasporto su ferro servirà anche ad abbattere le emissioni

Un Freccia Rossa superveloce in attesa di imbarcare i passeggeri

Un Freccia Rossa superveloce in attesa di imbarcare i passeggeri

Questa volta il cronoprogramma c’è. Così come gli strumenti che il governo ha deciso di mettere in campo per evitare di perdere la grande occasione dei fondi del Pnrr. In gioco ci sono oltre 31,6 miliardi di euro, messi nero su bianco nel contratto di programma firmato fra Governo e Rfi. Soldi già disponibili e che consentono all’azienda di avviare le gare e i contratti. In particolare 12,7 sono coperti da Next Generation Ue. 10,5 dal fondo complementare, 3,8 dalla legge di bilancio 2020 e 3,7 da quella del 2021, un miliardo da altre fonti. Ma per avere un quadro più preciso della grande rivoluzione dell’alta velocità bisogna considerare anche altri numeri.

Il Pnrr mette il turbo all’Alta velocità

Entro il 2026, infatti, quasi un italiano su tre viaggerà sui treni superveloci: oggi sono circa 6 milioni. Ma l’obiettivo del piano messo di Ferrovie è di triplicare il numero mettendo altri 12 milioni di italiani in condizione di salire sui treni che sfrecciano a 300 chilometri all’ora. Di questi, nove milioni risiedono nel Sud e tre nel Nord. Nei prossimi sei anni saranno collegate al network dell’alta velocità altre 9 province: Palermo, Messina, Catania, Reggio Calabria, Battipaglia, Brescia, Verona e Vicenza.

A regime il piano avrà anche un forte impatto sull’ambiente con la riduzione di 3 milioni di tonnellate annue di Co2. Sulle linee interessate agli investimenti del Pnrr la capacità passa da 4 a 20 treni all’ora. Mentre l’utilizzo del trasporto ferroviario registrerà un incremento del 66%. Ci sarà un effetto positivo anche sulla sicurezza, con una riduzione dell’incidentalità, entro sei anni, di almeno il 4%.

Del resto, il trasporto ferroviario ha un ruolo chiave nel quadro degli obiettivi definiti dalla ‘Sustainable and Smart Mobility Strategy’ (Ssms) proposta dalla Commissione Europea, nel 2020 per contribuire alla riduzione del 90% delle emissioni di Co2 entro il 2050 e, per completare lo spazio unico europeo dei trasporti delineato con il Libro Bianco del 2011 anche al fine di promuovere la coesione, ridurre le disparità regionali, migliorare la connettività e l’accesso al mercato interno per tutte le regioni. Fra gli obiettivi del piano anche il rafforzamento dei servizi sulle ferrovie regionali (4,9 miliardi), il rinnovo degli intercity (200 milioni), e il potenziamento dei nodi ferroviari a servizio delle aree urbane e suburbane e di altre direttrici (2,9 miliardi), per migliorare la vita dei pendolari.