E Sgarbi: edifici storici da tutelare "Ai veri street artist diamo le periferie"

Critico d’arte e sindaco: "Chi fa danni va punito, i Comuni sono impotenti"

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di Antonio Del Prete

Vittorio Sgarbi, l’imbrattamento di Palazzo Strozzi è l’ultimo di una serie di atti vandalici nel cuore delle nostre città. I Comuni sono impotenti?

"Non credo possano fare granché. Ad ogni modo, come espressione di vitalità, preferisco la scritta fuori all’opera di Jeff Koons in mostra dentro il palazzo. E sono più indulgente con l’occasionale scrittore che con chi ha piazzato spelacchio in piazza Venezia. Le trovo cose non dissimili e indicative di una deriva".

Non si può fare proprio nulla?

"Occorre procedere con multe severe per punire gli autori delle scritte sui muri, che sono comunque criticabili e rappresentano il sintomo di un passaggio di gusto. Negli anni ‘50 a nessuno sarebbe venuto in mente di imbrattare un monumento".

Alcune giunte sono state troppo tolleranti in nome della libertà di espressione?

"Forse non hanno proprio pensato di affrontare la questione. È un problema complesso che dipende dai linguaggi usati. Di certo bisogna porre un limite per tutelare gli edifici storici".

Garantire spazi dedicati potrebbe essere una soluzione?

"Sì, le periferie. I veri street artist ne migliorano l’estetica".

È un modo per ‘istituzionalizzarli’. Ma per loro la trasgressione non è un requisito imprescindibile?

"Certo, è primaria. Io, però, da assessore di Milano con la mostra sulla street art al Pac ho preferito legittimarli, li ho fatti prigionieri. Pongo una domanda".

Dica.

"Cosa avremmo detto se su Palazzo Strozzi fosse apparsa un’opera di Banksy? Anzi, nessuno può escludere che la scritta sia sua, non so se sia stato opportuno cancellarla".