Mercoledì 24 Aprile 2024

E se il piano B del Cavaliere fosse Draghi?

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Bruno

Vespa

Ieri Tajani gli ha consegnato 28 nomi, ma il tentativo resta ardito. Un visibile tradimento dell’urna del centrodestra porterebbe alla dissoluzione dell’alleanza, come nel 2013 i 101 franchi tiratori di Prodi portarono alla dissoluzione della segreteria Bersani. Perciò lo scouting non si limiterà a Forza Italia, ma coinvolgerà tutti i partiti della coalizione riuniti in un comitato. Giovedì prossimo la verifica finale.

Salvini, come tutti, del resto, vuole conoscere in dettaglio chi fuori del centrodestra è pronto a votare per il Cavaliere e il solo un po’ più ruvido nella richiesta è stato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, presidente di ‘Coraggio Italia’ di cui è vicepresidente Giovanni Toti. Brugnaro si era espresso in favore di una candidatura Draghi e ieri ha dovuto glissare per ragioni ovvie. Ma il distinguo più forte di ‘Coraggio Italia’ è stato sulla legge elettorale. Il centrodestra come coalizione ha senso solo con una legge a sfondo maggioritario. E ieri sera tutti i leader si sono impegnati a mantenerla – su richiesta di Giorgia Meloni – , compresi i centristi di Lupi e Cesa che sono proporzionalisti per formazione, tranne Brugnaro e Toti che non compaiono nel comunicato. Eppure solo come gruppo compatto il centrodestra può vincere le elezioni. La spaccatura sarà definitiva? Ci sono manovre centriste con Renzi?

Sta venendo fuori con chiarezza un altro punto. Chi conosce Berlusconi, sa che difficilmente – caduta la sua candidatura – ci sarebbe spazio per un’altra personalità di centrodestra. La mente va allora a due interventi in due giorni di Gianni Letta – che non parla mai – in favore dell’elezione di una personalità che non sia espressione di una sola parte. Poiché è impensabile che Letta si muova contro Berlusconi, è possibile – come noi sosteniamo da tempo – che se fosse costretto alla rinuncia, il Cavaliere sarebbe il primo sponsor di Draghi al Quirinale.