Giovedì 18 Aprile 2024

E ora subito il Recovery Fund (e pure il Mes)

Alla "ripresa a U" dell’economia nella seconda metà dell’anno o agli inizi del 2021 è stato difficile, per non dire impossibile, credere in momenti non sospetti. Ma sarebbe bastato almeno poter fare affidamento su quel "rimbalzo" del Pil tra l’estate e l’autunno più volte pronosticato dal Ministro dell’Economia. I numeri e le previsioni sulla curva dei contagi che abbiamo sotto gli occhi, però, ci fanno temere che, come in primavera, non "andrà tutto bene". Il nuovo clima psicologico dentro il quale, ora dopo ora, stiamo entrando rischia di far deragliare il fragile treno della ripartenza che mese dopo mese, da giugno a settembre, abbiamo cominciato a vedere in cammino. 

Il Ministro Roberto Gualtieri ha spiegato che le stime del governo sul Prodotto interno lordo, la misura dello stato di salute della nostra economia, scontano l’aumento dei contagi in corso: come dire che nel calcolo erano contenuti sia l’aggravamento della situazione sanitaria del Paese sia gli effetti economici negativi delle pur necessarie nuove misure restrittive per contrastare la diffusione esponenziale del Coronavirus.

Ci possono anche confortare la previdenza e un certo ottimismo del responsabile dei conti italiani, ma dubitiamo che ci sia oggi la possibilità di valutare le conseguenze sui nostri comportamenti collettivi sia delle progressive limitazioni alle quali andiamo incontro sia del mood complessivo che le stesse innescano.

Ci sono volute settimane per uscire dagli antri nei quali ci siamo rifugiati tra marzo e aprile e solo a metà giugno abbiamo ricominciato davvero a frequentare negozi e locali, pur potendolo fare da maggio. A frenarci non più i divieti, ma le paure, quella lunga coda psicologica del lockdown dalla quale ci siamo liberati a fatica.

Il rischio di oggi è di entrare in una sorta di sospensione della vita sociale e di attesa di ulteriori strette, tali da farci nuovamente contenere nei consumi e nei comportamenti di acquisto. E, del resto, gli economisti ci hanno spiegato il valore delle aspettative e della psicologia di massa nei risultati economici.

E, dunque, il problema esiste, eccome. Sarebbe colpevole sottovalutarlo, sarebbe criminale negarlo. E semmai si tratta per Conte e Gualtieri di mettersi all’opera per farvi fronte ed evitare una nuova e fatale fermata dell’economia. Come? Accelerando, come mai prima, sul Recovery Fund e ricorrendo alle risorse del Mes senza se e senza ma: insomma, mettendo insieme risorse "sproporzionate" per un imponente piano di investimenti pubblici. La sola cura contro quel terribile circuito della sfiducia in cui rischiamo di finire peggio che in primavera.