È il nuovo "vaffa-day" di Beppe

David

Allegranti

Non c’è spazio per i Tavernicoli nel M5S: Beppe Grillo ha imposto a Beppe Conte la sua linea e confermato che il sacro limite dei due mandati non può essere superato. In un colpo solo dunque se ne vanno quelli che hanno fatto la storia del partito del Casalgrillo (Casaleggio + Grillo). Da Roberto Fico a Paola Taverna, da Vito Crimi ad Alfonso Bonafede, da Riccardo Fraccaro a Carlo Sibilia. È il Vaffa-Day di Grillo, che ha prontamente stoppato le aperture di Conte: “Non manderemo in soffitta chi per dieci anni ha preso insulti per difendere i nostri ideali”, aveva detto l’ex presidente del Consiglio. L’ex comico insomma sega la vecchia guardia e apre la strada all’arrivo di Virginia Raggi e Alessandro Di Battista, in quota movimentismo della primissima ora, pronti per essere candidati alle elezioni del 25 settembre.

Anni e anni di panni risciacquati nelle istituzioni erano riusciti a trasformare persino Taverna, almeno apparentemente; non sappiamo infatti se ancora promuovesse morbillo-party come ai bei tempi, quantomeno negli ultimi anni ha avuto il buon gusto di non dirlo più in pubblico. Da qua a dire che la romanizzazione dei barbari è stata completata, tuttavia, ce ne corre. Un’epoca e un’epica è comunque finita. Resta da capire che fine faranno i Cinque stelle, che negli ultimi 10 anni hanno aggiornato l’immagine dell’antipolitica italiana, costruendosi uno spazio politico enorme che hanno rapidamente dilapidato. Solo nel 2018 superavano il 32 per cento. Lo sfarinamento del Movimento a guida Conte, il passante della Storia, non deve tuttavia ingannare: “L’età della rabbia”, per dirla con Pankaj Mishra, è tutt’altro che finita. All’occorrenza qualche banchiere dell’ira si trova sempre. Ora, comunque, il M5S può confermare di essere davvero un partito progressista come va dicendo Conte e cercare di piazzare gli ex parlamentari in qualche partecipata.