E dopo le bombe Mariupol ora rischia il colera

Acque contaminate dai rifiuti, sepolture sommarie, scarse condizioni igieniche, temperatura in aumento: le malattie camminano sempre insieme con la guerra e ora l’allarme colera sembra essere diventato realtà a Mariupol, ormai occupata dall’esercito russo.

"La città è sull’orlo di un’epidemia esplosiva di colera: sta letteralmente annegando nelle acque contaminate dai rifiuti e dalla decomposizione di sepolture improvvisate, aggravate dall’arrivo del caldo", ha avvertito il vice sindaco fedele alle autorità di Kiev Sergei Orlovio, sottolineando che le forze di occupazione hanno messo la città in quarantena.

A rilanciare l’allarme colera a Mariupol era stata nei giorni scorsi anche la direttrice regionale per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della Sanità Dorit Nitsan, spiegando che informazioni provenienti da organizzazioni non governative affermavano che "le acque reflue sono mescolate con l’acqua potabile" e che l’Oms si stava preparando per una campagna di vaccinazione.

Secondo don Oleh Ladnyuk, salesiano di Dnipro, che conosce bene la situazione locale, "il rischio colera sembra essere circoscritto per ora alla città di Mariupol, dove pare che ci siano ancora molti cadaveri sotto gli edifici distrutti. Ma non possiamo confermare la notizia perché non ci sono informazioni sicure e documentate".

Negli ultimi giorni nella città che si affaccia sul Mar d’Avov sono state registrate temperature tra i 25 e i 28 gradi e pare che in città siano rimaste più di 120.000 persone con poco cibo e acqua potabile distributia ogni due giorni. Una miscela che rischia di essere esplosiva: dopo l’uragano di bombe e la battaglia strada per strada, il colera.