Covid, durata dell'immunità e terza dose. In 12 milioni hanno già meno difese

Studio Usa: l’efficacia di Pfizer contro i ricoveri cala dopo 4 mesi. Rasi: bisognerebbe verificare caso per caso

Covid: un hub vaccinale

Covid: un hub vaccinale

Dodici milioni di persone avrebbero già bisogno della terza dose. È questo il numero degli italiani che si sono immunizzati tra gennaio e maggio e che, secondo gli ultimi studi pubblicati in America e Israele, avrebbero un tasso di protezione nei confronti del virus più basso di chi ha offerto il braccio nei mesi successivi. Non stiamo parlando, questo è bene precisarlo, di persone senza difese. Semplicemente avrebbero bisogno di un’altra inieizione per tornare a un livello di efficacia simile a quello acquisito dopo il richiamo.

Terza dose, al via in tutta Italia: ecco a chi viene somministrata

Vaccino Covid: dopo quanto cala l'efficacia. Da Pfizer ad Astrazeneca

Sommario

Il report Usa

Secondo i dati dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, il composto messo a punto da Pfizer è efficace al 91% nel prevenire i ricoveri fino a quattro mesi dopo la seconda dose. Poi il tasso di protezione cala al 77%. Moderna, invece, mantiene numeri simili: dopo sedici settimane il vaccino tutela al 92% dall’ospedalizzazione, contro il 93% di chi si è appena immunizzato. Su J&J non ci sono dati, perché il campione esaminato non conteneva abbastanza persone che avevano ricevuto il monodose, mentre AstraZeneca non è stato preso in considerazione, perché non approvato negli Usa.

Laboratorio Israele

Israele è stato tra i primi Paesi ad accorgersi del calo di efficacia degli antidoti. Ed è stato anche il più veloce nel dare il via libera alla terza dose per tutti i cittadini. Secondo i primi dati, il booster innalzerebbe di dieci volte il livello di neutralizzazione degli anticorpi. Inoltre, secondo una ricerca pubblicata sul New England Journal, il tasso di infezione, rilevato almeno 12 giorni dopo la terza dose è inferiore di 11,3 volte rispetto a chi ha ricevuto solo due inoculazioni. Mentre il tasso di malattia grave è inferiore di 19,5 volte. Rispetto alla variante Delta, il booster Pfizer porterebbe l’efficacia del vaccino a circa il 95%, un valore simile a quello riportato contro la variante Alfa dopo due dosi. "Siamo riusciti – spiega Arnon Shahar, responsabile della campagna vaccinale israeliana – a frenare la quarta ondata di Covid. Quasi il 60% degli over 60 ha ricevuto la terza dose. Se non avessimo fatto così, saremmo in lockdown da un mese e mezzo".

Nel nostro Paese

In Italia le vaccinazioni di massa sono partite in gennaio e la stragrande maggioranza ha ricevuto Pfizer. Questo significa che già adesso dodici milioni di persone hanno un livello di protezione in calo. Tra l’altro fanno anche parte delle fasce più deboli, visto che la nostra campagna è partita con operatori sanitari, over 80, residenti nelle Rsa e pazienti fragili. Non è un caso che proprio questa ultima categoria sia quella per cui il governo ha già fatto scattare il booster. Ma il rischio è che se non proteggeremo rapidamente anche medici e infermieri – la prima linea contro il virus – potremmo rischiare di avere i reparti Covid (e non solo) a mezzo servizio. "La terza dose – come ha fatto notare Sergio Abrignani, immunologo e membro del Cts, in un’intervista al nostro giornale – è l’unico modo per battere il virus".

La stagione fredda

Anche perché, nei prossimi mesi – quelli in cui il virus circolerà di più – si aggiungeranno almeno altri 18,4 milioni di italiani, quelli vaccinati tra giugno e luglio, che non saranno più protetti efficacemente. "È indubbio – spiega il virologo Massimo Clementi – che c’è la necessità di iniettare subito il booster ad alcune categorie. Poi sulla base dell’andamento dell’epidemia si prenderà la decisione se estendere la terza dose a tutti gli altri. Non siamo in ritardo. Al di là di Israele, che però ha un accordo particolare con Pfizer e di fatto è una sorta di Stato-laboratorio, siamo in linea con le altre nazioni. Ancora non sappiamo se basterà un tris di iniezioni o se ogni anno dovremo vaccinarci. Temo, che per almeno tre-quattro anni, dovremo offrire il braccio".

Il test

C’è anche chi ha proposto, di eseguire un test prima di prodecedere al booster. "Per quanto riguarda la terza dose per la popolazione generale – conclude Guido Rasi, consulente del Commissario all’emergenza covid Figliuolo, – ci sono ancora delle riflessioni e dei dati da analizzare e valutare. Sarà bene cercare di trovare un test che ci dica se una persona è immune o meno, così potremo decidere se andare avanti con la terza dose oppure no".