
Una morta e una ferita in gravi condizioni. In due giorni. Usare la bicicletta a Milano sta diventando pericoloso, molto pericoloso, e il Comune si interroga sulle contromisure urgenti per rendere più sicure le strade meneghine per chi utilizza le due ruote. Il trend è estremamente negativo e il sindaco Giuseppe Sala, commentando la morte di Francesca Quaglia, 28 anni, schiacciata da un camion martedì in viale Caldara mentre era in sella alla sua bici, si dice preoccupato dal fatto che "alla luce di queste tragedie, anche legittimamente, qualcuno si metta paura e non usi più la bici o magari chieda ai propri figli di non farlo". Una preoccupazione non da poco per un Comune che ormai da sette anni punta sull’aumento della mobilità ciclabile, sulla realizzazione di nuove piste ciclabili – quella di corso Buenos Aires ha creato polemiche infinite negli ultimi tre anni – e sulla diminuzione delle auto in circolazione in città grazie all’inasprimento di ticket antitraffico e antismog come Area C per entrare nella Cerchia dei Bastioni, cioè il centro storico, un pedaggio che dal prossimo 30 ottobre passera da 5 a 7.50 euro, e di Area B, che impedisce l’accesso a Milano ai mezzi più inquinanti e sarà reso ancor più stringente in futuro.
Una linea che punta sul miglioramento delle condizioni ambientali e della qualità della vita ma che si sta scontrando con le tragedie degli ultimi giorni per i ciclisti. Tragedie che si sono verificate anche nelle settimane e nei mesi scorsi, tanto che il Comune ha già deliberato l’obbligo dal 1° ottobre per i mezzi pesanti di installare i sensori per segnalare la presenza di bici e pedoni nell’angolo cieco. Ma ciò non sarebbe bastato per risparmiare la vita alla 28enne morta martedì e nemmeno per evitare l’incidente che ieri, all’ora di pranzo, proprio mentre Sala parlava della tragedia del giorno prima, ha fatto finire una donna ucraina di 43 anni all’ospedale Niguarda, con fratture multiple e lesioni, in prognosi riservata, dopo che un’auto in corso XXII Marzo ha preso un cordolo a tutta velocità, si è ribaltata ed è finita addosso alla ciclista, schiacciata tra un palo della segnaletica e il marciapiede.
Sala, intanto, apre al dialogo con il Governo per rendere più sicure le strade per i ciclisti: "Per risolvere questi problemi serve anche l’aiuto del ministero delle Infrastrutture: Salvini dice che nel nuovo Codice della strada ci sarà grande attenzione anche ai ciclisti e questo è importante. Contatterò il ministro per capire cosa si può fare insieme. Dall’altra parte, voglio avviare rapidamente un gruppo di lavoro ristretto che si interfacci con il network C40 e le altri città internazionali per studiare un Piano B e C per la città. Dobbiamo andare oltre la questione delle piste ciclabili, ne ho già parlato con il consigliere comunale Marco Mazzei, che ne sa su questi temi perché “vive’’ in bici. Dobbiamo diffondere ancor di più l’uso delle bici ma in sicurezza".
Salvini, intanto, apre all’appello di Sala e assicura "massima attenzione e disponibilità al dialogo". Il ministro ha intenzione di convocare al più presto al Mit i principali produttori nazionali di biciclette per discutere di sicurezza, investimenti e tecnologia. Il capogruppo di FdI in Comune Riccardo Truppo, invece, ribalta il messaggio di Sala: "Non usate la bici a Milano. È pericoloso. Le ciclabili non sono in sicurezza e intersecano carreggiate affollate e in tilt a causa dei restringimenti delle strade volute dalla sinistra".