Droga, sequestro choc a Marsala: le facce di Messina Denaro e Riina sui panetti di hashish

Le facce dei due boss stampate come etichette per brandizzare anche cocaina e marijuana. L'operazione dei carabinieri che hanno portato alla scoperta di un magazzino e a un arresto

La droga con le foto di Messina Denaro e Riina sequestrata dai carabinieri di Marsala

La droga con le foto di Messina Denaro e Riina sequestrata dai carabinieri di Marsala

Roma, 21 marzo 2023 - Le facce dei boss di 'Cosa Nostra' Matteo Messina Denaro e Totò Riina sui panetti di droga pronti per essere messi in commercio. La scoperta è stata fatta dai carabinieri di Marsala che hanno sequestrano 13 chili di hashish in un'operazione che ha portato al rinvenimento di un deposito e un laboratorio per taglio e confezionamento delle dosi. Le foto di Messina Denaro e Riina erano state piazzate sopra i panetti come un marchio commerciale e come una sorta di garanzia sulla qualità del prodotto.

I militari hanno arrestato un giovane di 28 anni mentre usciva da un magazzino trasformato in un supermercato della droga. All'interno, oltre ai 13 chili di hashish, sono stati trovati anche 700 grammi di cocaina pura e 700 grammi di marijuana. La droga, che avrebbe fruttato circa 200 mila euro, era conservata in contenitori di plastica 'brandizzati'. Come? Con delle etichette che presentavano il volto corrucciato di Riina e quello sfrontato di Messina Denaro. Chi aveva ideato il nuovo packaging pensava evidentemente di mettere insieme la spinta commerciale del brand criminale e il valore simbolico dei due testimonial con annesso richiamo alle loro virtù fuorilegge.

Nel passato c'è stato chi aveva pensato di utilizzare la stessa tecnica, ma per un'operazione commerciale di altra natura ricorrendo al patrimonio iconico di famiglia. Nel 2018 la figlia di Totò Riina, Lucia, aveva aperto un bistrò a Parigi e lo aveva chiamato 'Corleone by Lucia Riina', arrendandolo (per così dire) con delle opere d'are create da lei. In quella occasione non mancarono le polemiche, partite anche dall'allora sindaco di Corleone: quel ristorante trasmetteva un'immagine negativa del comune nel Palermitano. Qualche mese dopo, nel gennaio 2019, Lucia e il marito avevano così deciso di rinunciare al brand di famiglia e a rimuovere l'insegna tanto contestata. La figlia del boss aveva spiegato: "Non ho cercato di provocare né di offendere nessuno. Volevo solo valorizzare la mia identità di artista-pittrice. E anche mettere in risalto le bontà della cucina siciliana". Ma il dispiacere più grande era quello di vedersi negare "l'identità di donna e di pittrice".

Da allora l'unica icona sopravvissuta era quella, cinematografica, di Marlon Brando. Ma nella realtà degli ambienti criminali il brand di Cosa nostra continua a essere ritenuto pur sempre attrattivo, ed ecco ingaggiati gli ultimi due padrini.