Droga dello stupro e festini: prete arrestato

Il parroco 40enne è ai domiciliari, il pm: ha comprato gli stupefacenti con le offerte raccolte durante le messe. L’ira dei fedeli: ci ha traditi

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PRATO

Usava i soldi delle offerte raccolti durante le messe domenicali e delle donazioni per comprare la droga dello stupro. Poi insieme a un amico di vecchia data organizzava festini a luci rosse con persone reclutate sui siti di incontri. È l’agghiacciante storia emersa ieri dalle indagini della procura di Prato su don Francesco Spagnesi, 40 anni, sacerdote della chiesa dell’Annunciazione, parrocchia molto frequentata in uno dei quartieri più altolocati della città: la Castellina.

Il parroco è agli arresti domiciliari in canonica da ieri con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti e traffico transnazionale di droga. Ai domiciliari, dal 30 agosto e con le stesse accuse, c’è il suo amico, Alessio Regina, pratese di 40 anni. Il sacerdote deve rispondere inoltre di appropriazione indebita per i soldi sottratti dal conto corrente della parrocchia – si parla di almeno centomila euro presi nell’arco di un paio di anni –, e dalle offerte. Risultano indagati anche il viceparroco dell’Annunciazione, don Paolo, per appropriazione indebita, già sentito in procura ieri pomeriggio, e il pusher che ha ceduto cocaina a don Spagnesi e Regina. L’inchiesta è partita a fine agosto quando il parroco e l’amico sono stati fermati in auto insieme. Regina aveva appena ritirato da uno spedizioniere a Calenzano un pacco arrivato dall’Olanda. Dentro c’era un litro di Gbl, la potente droga dello stupro. Regina viene arrestato subito, il parroco indagato a piede libero. La verità emersa nei giorni successivi è stata choccante.

Don Spagnesi ha confessato di aver acquistato la droga più volte (almeno a partire dal 2019), sia la Gbl che la cocaina e di aver organizzato insieme a Regina gli incontri hard con persone conosciute in internet. Le serata a luci rosse si svolgevano a casa del Regina a Prato e vi avrebbero preso parte professionisti, medici, infermieri, bancari. "Nei loro confronti non è mossa nessuna contestazione – ha precisato il procuratore Giuseppe Nicolosi –. Si tratta di persone maggiorenni e consenzienti". Quindici quelli che sono già stati sentiti dagli investigatori. Tutti avrebbero confermato di aver preso parte agli incontri durante i quali si consumava la droga dello stupro (capace di togliere qualsiasi freno inibitore e di far perdere la memoria) e di aver dato, a volte, "contributi" per l’acquisto dello stupefacente. "Sgomento e incredulità", sono stati i commenti dei parrocchiani ieri quando hanno saputo dell’arresto del prete. Intanto la diocesi fa sapere "di essere stata al corrente delle difficoltà di don Spagnesi da aprile". "Lo volevo aiutare – ha detto il vescovo Nerbini chiedendo verità e giustizia –. Ha intrapreso un percorso con uno psicoterapeuta ma non è stato sufficiente". Dal primo settembre Spagnesi, in accordo con la diocesi, ha preso un anno sabbatico.

Laura Natoli