Mercoledì 24 Aprile 2024

Draghi, Macron, Scholz: in viaggio sui binari della Storia

Migration

Roberto

Giardina

In tre sul treno per Kiev, dieci ore di viaggio attraverso la Polonia. La foto di Macron, Scholz e Mario Draghi seduti a un tavolo nel vagone ristorante sembra venire dal passato. E anche il conflitto in Ucraina ha cause antiche, che risalgono alla Grande Guerra, quando il paese era diviso tra l’Impero d’Austria-Ungheria e la Russia dello Zar.

I treni sono protagonisti del XX secolo. Il 9 aprile del 1917, Lenin parte su un vagone piombato per tornare in patria, sette giorni per giungere a Petrograd, oggi San Pietroburgo, e partecipare alla rivoluzione che cambierà la storia. Era un vagone di seconda e terza classe, con due toilette. Un viaggio spartano. L’11 novembre del 1918, i francesi costrinsero i tedeschi a firmare un umiliante trattato di pace a Compiègne su un vagone ristorante. Una rivincita per la sconfitta del 1870.

Hitler si vendicò nel giugno del 1940: volle che quel vagone fosse riportato a Compiègne per firmare la resa della Francia. Il vagone fu poi portato esibito a Berlino come trofeo di guerra. Il 28 ottobre del 1922, i fascisti marciarono su Roma, ma Mussolini giunse in vagone letto da Milano. Chissà se avrà dormito quella notte.

Francisco Franco viaggiò su un vagone di lusso, con bagno in marmo e tappezzeria di seta, il 23 ottobre del 1940, per incontrare Hitler a Hendaye, sul confine francese. Il colloquio si svolse nell’ancora più lussuoso vagone Erika del treno del Führer. Il caudillo fece quasi uscire folle Hitler che voleva convincerlo a entrare in guerra.

I reali preferivano il treno, e il presidente Mattarella se volesse potrebbe viaggiare sul Treno Reale, 12 vagoni, costruito dalla Fiat per Vittorio Emanuele III nel 1928. Un gioiello liberty. In parte è ancora in servizio. Lo usò Ciampi nel 2004 per tornare nella sua Livorno. E in parte è nel Museo ferroviario. Speriamo che anche il vagone polacco che ha ospitato Macron, Scholz e Draghi possa entrare nella storia.