Mercoledì 24 Aprile 2024

Draghi, il discorso d’addio Conti in ordine e foto ricordo "I governi passano, l’Italia resta"

L’ultimo atto del premier è stato il via libera al Documento di bilancio inviato ieri a Bruxelles . Resta in calendario il Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. L’obiettivo: strappare il price cap

Migration

di Antonella Coppari

Sipario. Senza lacrime, senza rimpianti, ma con un profluvio di complimenti e felicitazioni. A giudicare dal tono del suo ultimo discorso — salvo sorprese — di fronte al Consiglio dei ministri in disarmo ma anche dall’immancabile foto ricordo, Mario Draghi sembra, se non addirittura sollevato, neppure disperato. Prima di brindare con Brunetta&co. traccia un bilancio molto più che positivo: roba da veni, vidi, vici. "In questi mesi avete fronteggiato una pandemia, una crisi economica, una crisi energetica, il ritorno della guerra in Europa. Avete organizzato la campagna vaccinale, scritto e avviato il Pnrr, approvato un numero enorme di misure di sostegno economico". Ma c’è anche di più: "Dall’organizzazione dei vertici G20 al sostegno immediato e convinto all’Ucraina, avete reso l’Italia protagonista nel mondo". Non si è trattato di una impresa facile e Draghi, senza falsa modestia né per quanto riguarda lui stesso né, soprattutto, per quanto riguarda la sua squadra, lo nasconde: "L’unità nazionale è un’esperienza eccezionale: mantenerla, come avete fatto, per molti mesi, richiede maturità, senso dello Stato e un bel po’ di pazienza".

Chi si aspettava messaggi politici espliciti, rumorosi, chiaramente incisivi è rimasto deluso: "Tra qualche settimana — registra come un notaio — su questi banchi siederà il nuovo esecutivo espressione del risultato delle elezioni". Il presidente del Consiglio uscente resta rigorosamente all’interno dei confini tracciati dal ruolo. Un’indicazione però la rivolge ai ministri e, si può presumere, parla anche a una platea ben più vasta: li invita "ad agevolare una transizione ordinata" per permettere a chi verrà "di mettersi subito al lavoro". È la carta su cui lui e Sergio Mattarella hanno deciso di puntare per mettere il paese al riparo dalle scosse di terremoto che lo aspettano: bandire le lacerazioni che da trent’anni accompagnano puntualmente le vicissitudini politiche. "Lo dobbiamo ai cittadini: i governi passano, l’Italia resta". Sarà pure una sorta di costume nazionale, ma questa volta non ce lo possiamo permettere: questo fa capire Draghi chiedendo, di fatto, rispetto reciproco e "transizione ordinata". Che poi, è l’obiettivo degli ultimi atti del Consiglio dei ministri: l’approvazione del disegno di legge delega che riordina le politiche per gli anziani non autosufficienti (uno dei 55 target di quest’anno del Pnrr) e il via libera al Documento programmatico di bilancio, già trasmesso a Bruxelles. Un documento di fatto solo nominale perché il compito di scrivere la vera manovra spetterà al governo "eletto dai cittadini".

La riunione di ieri non è però l’ultimo passo di Draghi come capo del governo italiano: manca ancora un appuntamento fondamentale, il Consiglio europeo del 20 e 21 ottobre. Ovvero, la riunione che potrebbe varare il price cap sull’energia. Per Draghi, che da mesi si batte più di ogni altro premier Ue per raggiungere quell’obiettivo, sarebbe chiudere in bellezza. Pur di vincere le resistenze, nel Consiglio informale di Praga ha alzato i toni come mai prima. Le speranze di portare a casa l’ambizioso obiettivo sono a dir poco molto esigue, ma si può scommettere che Supermario, pure a un secondo dal passare la mano, combatterà strenuamente.