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Doveva essere il 28 febbraio il giorno dell’addio alle mascherine all’aperto in tutta Italia. Data poi anticipata di una settimana, al 21. Questo risultava ai ministri fino all’altroieri. Ma Mario Draghi – un Draghi 2.0, più decisionista dopo la mancata elezione al Quirinale – ha fiutato l’aria, visto i numeri calanti del bollettino quotidiano. Ha consultato gli esperti di sua fiducia che gli han detto che sì, un anticipo si può fare. E il premier ha così deciso. Si è fatto chiamare Roberto Speranza e l’ha convinto che era giunto il momento di rimuovere l’obbligo dall’11 febbraio, allargando l’ordinanza del ministro della Sanità che per quella data dispone la fine dell’obbligo solo nelle zone bianche. E Speranza non si è opposto. Entro giovedì firmerà l’ordinanza, per la quale ieri al ministero della Sanità c’è stata una riunione tecnica. E non solo. Draghi ha anche chiesto a Speranza di interrogarsi se e come ridurre l’obbligo di mascherina al chiuso, magari per i soli vaccinati. Non è cosa di oggi, ma se ne potrebbe parlare per marzo, almeno nelle attività meno a rischio e nelle regioni bianche. Green pass, mascherine e quarantena: le nuove regole Covid e cosa cambierà a breve A rivelare il cambio di passo sulle mascherine all’aperto è stato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. "Sono certo – ha annunciato – che dall’11 di febbraio cadrà l’obbligo di mascherina all’aperto. È in arrivo un provvedimento del Ministero della Salute per togliere le mascherine all’aperto su tutto il territorio nazionale senza distinzione di colore per le regioni non solo per le zone bianche, ma per l’intero Paese e questo potrà essere un primo segnale di ripartenza, di fiducia e di speranza". Va detto che qualche regione potrebbe decidere misure più caute. L’orientamento della Campania ad esempio è di mantenere l’obbligo di ...
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