Giovedì 18 Aprile 2024

Draghi cambia la Protezione Civile Via l’uomo dei bollettini, torna Curcio

Archiviata l’era Borrelli, protagonista d’inizio pandemia. A rischio anche Arcuri, ipotesi Brusaferro al suo posto

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di Alberto Pieri

Con l’arrivo di Draghi finisce l’era di Angelo Borrelli alla Protezione Civile, diventato uno degli uomini simbolo del governo Conte 2. Al timone torna Fabrizio Curcio, applaudito da tutte le forze di maggioranza. Anche se, il M5S in particolare, non manca di sottolineare il lavoro del suo predecessore, finito nel mirino dell’opposizione e di Iv fino a poche settimane fa, assieme all’altra figura chiave della task force anti virus di Conte, Domenico Arcuri. E, proprio sul futuro del super commissario e numero uno di Invitalia, all’orizzonte emerge più di un’ombra. Fonti di maggioranza spiegano come, nel governo, nei prossimi giorni si attendano una mossa da Arcuri. Di certo, il suo ruolo sarà ridimensionato. E non è detto – si ragiona sempre in ambienti delle forze politiche – che Draghi alla fine opti per un nuovo commissario sui vaccini. Il dossier, per esempio, potrebbe essere gestito attraverso la Protezione Civile e la cabina di regia nel formato "ministri + esperti". Ma, nel caso si opti anche su una figura ad hoc, ambienti parlamentari danno il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro come uno dei nomi possibili.

Quattro anni dopo averla lasciata, Fabrizio Curcio torna a guidare la Protezione Civile: l’attuale capo di Casa Italia, il Dipartimento di Palazzo Chigi nato per promuovere la sicurezza del paese contro i rischi naturali, è stato nominato – appunto – dal premier Mario Draghi al posto di Angelo Borrelli, l’uomo che nei primi mesi dell’emergenza Covid è stato il volto più presente nelle case degli italiani che attendevano la conferenza stampa quotidiana per conoscere l’andamento del virus. L’avvicendamento è legato alla volontà del governo di imprimere un cambio di passo al Dipartimento, a partire da un suo maggiore coinvolgimento nella gestione della pandemia. Perché fino a oggi la Protezione Civile di Borrelli ha sempre risposto quando è stata chiamata, dall’allestimento dei drive in agli ospedali da campo fino ai bandi per i medici da mandare nelle regioni più colpite. Ma non ha probabilmente inciso in quella che è la sua funzione primaria, il coordinamento di tutti i soggetti coinvolti nell’emergenza.

Lo stesso Draghi, nel discorso per la fiducia, aveva sottolineato la necessità di "mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare" per far decollare la campagna di vaccinazione di massa, ferma al palo non solo per i ritardi nelle consegne da parte della case farmaceutiche. E sarà proprio questa la prima sfida per Curcio – 54 anni, una laura in Ingegneria e un master in crisis management – che torna al Dipartimento lasciato quattro anni fa per motivi strettamente personali. I suoi due anni da capo Dipartimento sono stati però tra i più difficili: prima il maledetto 2016, l’anno del triplice terremoto che ha devastato il centro Italia, poi a gennaio 2017 la tragedia di Rigopiano. Lasciata la Protezione Civile, Curcio è rimasto nell’orbita di palazzo Chigi, prima come consigliere dell’allora premier Paolo Gentiloni e poi come capo Dipartimento di Casa Italia dove ha impostato il lavoro sull’omogeneizzazione delle procedure e normative sulle ricostruzioni post terremoto, aprendo il tavolo con i commissari alle diverse ricostruzioni, e ha portato avanti il processo di ricostruzione pubblica e privata in Abruzzo.

Ora la nuova sfida, quella dei vaccini: per mettere in campo i 300mila volontari della Protezione Civile, per organizzare gli hub, per rendere omogenee le varie scelte delle regioni. Un compito tutt’altro che semplice.