Dpcm e Natale, Cts: "Inasprire le misure e aumentare i controlli". Riunione tesa

Il Comitato tecnico scientifico appoggia la linea del rigore, ma lascia di fatto la decisione al governo su come e dove chiudere in base ai dati in possesso. Miozzo: "Incontro duro". Il premier Conte: "Allo studio qualche misure ulteriore per le feste". Il ministro Boccia: "Servono ulteriori restrizioni"

Shopping di Natale (foto Ansa)

Shopping di Natale (foto Ansa)

Roma, 15 dicembre 2020 - Un documento, quello del Cts, che lascia aperte diverse questioni sul Natale. "Inasprire le misure e aumentare i controlli secondo le indicazioni contenute nel Dpcm del 3 dicembre, modulandole come si ritiene opportuno": sono queste le principali indicazioni che il Comitato Tecnico Scientifico ha messo nero su bianco al termine della seconda riunione fiume di oggi, che ha sostanzialmente confermato la necessità di potenziare il dispositivo di controllo degli assembramenti nelle piazze, strade e vie dello shopping in questi giorni che precedono le feste. Una posizione confermata dal coordinatore del comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, che, intervenendo a 'Cartabianca' su Raitre, ha dichiarato: "Abbiamo raggiunto un accordo sull'indicazione della necessità di inasprire le misure per il controllo della pandemia". E ha aggiunto: "Abbiamo avuto una giornata difficile e intensa, avevamo un dossier complicato".

Il verbale, redatto dal Comitato, fa riferimento al rischio assembramenti, ma non alle chiusure possibili o eventuali delle regioni né tantomeno delle zone rosse, arancioni o gialle. E, durante il summit, il Cts si sarebbe spaccato, secondo quanto trapela, proprio sul tema delle chiusure. I tre direttori generali del ministero della Salute, Achille Iachino, Andrea Urbani e Giovanni Rezza non avrebbero firmato il verbale finale, evidenziando la spaccatura sulla decisione di non indicare misure specifiche: gli scienziati, a quanto si è appreso, hanno condiviso la linea del rigore, dopo gli affollamenti di strade e piazze nel fine settimana. E' stato il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, a sottolineare i rischi di assembramenti "nei posti dove si abbassa la mascherina", quindi bar, ristoranti e negozi. Più in generale, sono stati chiesti interventi per impedire assembramenti, ma nulla di specifico in più rispetto a quanto già previsto nel Dpcm del 3 dicembre.

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Quello che sembra certo è che non sarà "un lockdown come a marzo. La situazione epidemiologica è molto diversa, adesso colpisce tutto il Paese - ha spiegato lo pneumologo Luca Richeldi, componente del Cts, al Tg3 -. I decessi purtroppo sono generalizzati in tutte le Regioni e ci sono Regioni che stanno andando verso una traiettoria di aumento dei casi. Questo richiede una riflessione generale da parte di tutti ma certamente un andamento verso misure piu restrittive rispetto a quelle che sono state in vigore".

Sarà ora Palazzo Chigi a decidere eventuali nuove strette nei prossimi giorni. Il premier Giuseppe Conte in serata non si è sbilanciato: "Abbiamo già predisposto un piano per le festività natalizie. Forse qualche ritocchino ci sarà. Alla luce dei suggerimenti del Comitato tecnico scientifico qualche misura ulteriore la introdurremo. Ci stiamo riflettendo. Dobbiamo scongiurare in ogni caso una terza ondata perché sarebbe molto pesante". E ha aggiunto: "Il sistema delle regioni colorate sta funzionando, abbiamo evitato un lockdown generalizzato come in Germania. Con misure calibrate e ben circoscritte stiamo reggendo bene questa seconda ondata".

Continua sulla posizione del rigore anche il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia: "Le valutazioni del Cts sono sotto gli occhi di tutti - ha detto a diMartedì su La7 -. Terminata questa fase con quasi tutta l'Italia in giallo è necessario chiudere il più possibile: dal 23-24-25 in poi le valutazioni che faremo porteranno l'Italia a essere di un colore unico, più intenso è il colore e più restrizioni ci sono. Se la domanda è se si fa il cenone di Natale la risposta è no, dal mio punto di vista". E ha concluso: "Ipotizzare assembramenti è folle e cenone oltre i conviventi è sbagliato. Abbiamo il dovere di mettere in sicurezza la sanità e salvare vite, non di stimolare assembramenti o cenoni: i cenoni potremo farli e li faremo l'anno prossimo".

Oggi, in conferenza stampa, il direttore della prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, ha ammonito: "Il dato sui decessi è drammatico, senza provvedimenti alla fine costretti al lockdown". E ha aggiunto che è "presto per dire se riapriremo le scuole".

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