"Dovevo esserci anch’io: ho rinunciato all’ultimo"

"Sarei dovuto salire anch’io con i miei due colleghi, anzi due amici fraterni, su quell’elicottero, giovedì mattina. Avevano insistito perché li accompagnassi a Treviso, ma io avevo preso già altri appuntamenti nelle aziende a Lucca... Ho detto di no. Ma adesso l’unico pensiero è per questa terribile tragedia, al resto non voglio pensare".

È lo sfogo fatto agli amici lucchesi da Bassem Bteich, il manager libanese collega e amico fraterno dei connazionali Tarek Tayah e Chadi Kreidy, attivi nel settore cartario, morti nello schianto fatale dell’elicottero sull’Appennino reggiano in cui hanno perso la vita anche altre cinque persone.

"La sera prima della tragedia – racconta un suo amico lucchese che lavora per una multinazionale del cartario – erano tutti e tre a cena con altri manager qui a Lucca. Chadi e Tarek (che tra l’altro aveva perso la moglie nella spaventosa esplosione del porto di Beirut nell’agosto 2020) hanno insistito molto perché Bassem si unisse a loro per andare a visionare i nuovi macchinari della ’Roto Cart’ nel Trevigiano. Lui però aveva preso altri impegni, ci teneva a visitare due aziende lucchesi. Questo gli ha salvato la vita, anche se ora è sconvolto per la perdita di due amici fraterni".

Cordoglio e commozione attraversano le parole di Tiziano Pieretti, vice presidente di Confindustria Toscana Nord Ovest e vice presidente nazionale di Assocarta: "Siamo molto colpiti da questa tragedia. Abbiamo fornito alle ricerche il massimo supporto, sperando in un miracolo, che purtroppo non c’è stato. Siamo tutti senza parole".

Paolo Pacini