Giovedì 25 Aprile 2024

Dove nasce l’intolleranza dei No vax

Gabriele

Canè

Comunque sia, dobbiamo farcela andar bene, perché l’altro 15, a quanto pare, non ci sta e non ci starà mai. Fisiologico, probabilmente, ma anche preoccupante. Perché il fronte del no, che si trincera dietro la carta verde per negare il vaccino, ha connotati ben precisi che escono dalle piazze, dai social, individuabili senza bisogno di lauree vere o di master da Google. Innanzitutto la categoria in fondo meno pericolosa, vecchi arnesi o giovani esaltati, gente del "mestiere": gli estremisti politici. I rossi dell’anarchia, del reducismo brigatista, i neri neo fascisti se non addirittura i grigi neo nazisti.

Tutta gente nota, arcinota, super schedata, una minoranza che sta finendo nella maglie della legge dopo la bengodi romana, e che fino ad ora solo i portuali di Trieste hanno fatto in modo di isolare annullando la manifestazione di tre giorni fa.

Poi c’è la massa anonima che da quattordici sabati invade il centro di Milano e manifesta un po’ ovunque, che non isola nessuno, sorda a ogni voce diversa da quella dei "no"; i resistenti della libertà, i nuovi partigiani della salute contro l’occupazione dei media asserviti, della scienza teleguidata, dei governi corrotti. Meno restano, più si radicalizzano, presunte vittime di un assedio di regime. Sono in tanti, ma ognuno è granitico nella sue certezze, nei suoi riferimenti, solo con il suo smartphone diventato unico compagno di viaggio nei mesi del lockdown, con i nuovi amici dei social, con le "altre" verità. Sono estremisti del pensiero: incrollabili. Infine c’è il fronte della paura da vaccino. Legittima. Se non l’hanno superata adesso, però, non la supereranno mai. Forse. E il dialogo? Difficile. Nella metro a Roma, una dottoressa ci ha provato, voleva convincere, ha discusso: l’hanno presa a testate.