Dostoevskij bandito dall’ateneo L’Idiota moda della caccia al russo

Milano, la Bicocca vieta le lezioni di Nori, poi fa dietrofront. Le tensioni con Mosca invadono la cancel culture

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di Massimo

Donelli

Vi risulta che Dante Alighieri (1265-1321) sia stato messo al bando in qualche angolo del pianeta durante il fascismo (1922-1943) perché italiano? No, ovviamente. Ma, vedete, ciò che ieri era ovvio, pacificamente ovvio, oggi, pericolosamente, non lo è più.

Al punto che l’Università Bicocca di Milano ha deciso di vietare quattro lezioni su Fëdor Michajlovic Dostoevskij (1821-1881) perché russo, ancorché morto 62 anni prima della nascita di Vladimir Vladimirovic Putin (1952) e 141 anni prima dell’invasione dell’Ucraina.

Sommerso di pernacchie, l’ateneo ci hai poi ripensato. Ma, come sanno anche i bimbi, scripta manent. E l’email inviata allo scrittore Paolo Nori, 58 anni, parmigiano, studioso di Dostoevskij, resterà come incancellabile manifesto dell’imbecillità: "Caro professore, stamattina il prorettore alla didattica mi ha comunicato la decisione presa con la rettrice dì rimandare il percorso su Dostoevskij. Lo scopo è quello di evitare ogni forma di polemica soprattutto interna in quanto momento di forte tensione".

Letta l’e-mail e superato lo sbigottimento, Nori ha risposto via Instagram: "Il corso sui romanzi dell’autore russo doveva cominciare il prossimo mercoledì. Mi avevano invitato loro, era gratuito e aperto a tutti. Io trovo che quello che sta succedendo in Ucraina sia una cosa orribile e mi viene da piangere solo a pensarci. Ma quello che sta succedendo in Italia oggi, queste cose qua, sono cose ridicole: censurare un corso è ridicolo".

E poi: "Non solo essere un russo vivente è una colpa oggi in Italia. Ma anche essere un russo morto, che quando era vivo nel 1849 è stato condannato a morte perché aveva letto una cosa proibita, lo è. Che una università italiana proibisca un corso su un autore come Dostoevskij è una cosa che io non posso credere, quando ho letto questa mail non ci credevo".

Nessuno poteva crederci. Roba da grida seicentesca. E, infatti, il termine bicocca, ossia piccola rocca o fortino, compare proprio nei Promessi sposi: "Il palazzotto di don Rodrigo sorgeva isolato, a somiglianza d’una bicocca". Ma, mentre sulla rocca universitaria piovevano bombe di indignazione, la caccia al russo è proseguita qua e là.

A Milano il sindaco Beppe Sala, 63 anni, ha ottenuto dalla Scala la testa di Valerij Abisalovic Gergiev, 68 anni, direttore d’orchestra russo di fama mondiale e amico personale di Putin. A Reggio Emilia è stata annullata una mostra di fotografi russi "per affermare con fermezza il diritto dei popoli a vivere in pace": uno dei fotografi censurati, Alexander Gronskij, 42 anni, estone, è stato arrestato a Mosca mentre protestava contro la guerra...

A Cannes hanno deciso di vietare il Festival del cinema, in programma a maggio, ai russi, subito imitati dalla European Film Academy per gli European Film Awards di dicembre. Reazioni? "Questi episodi repellenti, che sono solo la punta dell’iceberg, dimostrano una resa del cervello alle ragioni dell’odio e dell’ignoranza che spaventa" ha detto lo scrittore Raul Montanari, 63 anni, bergamasco.

"La pericolosa abitudine di confondere i popoli con i loro governi è utile per infiammare il tifo ma diseduca alla complessità" ha chiosato il drammaturgo Giulio Cavalli, 43 anni, milanese. "Noi non smetteremo mai di leggere e raccontare la letteratura russa" ha twittato la casa editrice Mondadori.

E Maria Cristina Messa, 60 anni, ministro dell’Università, guida della Bicocca dal 2013 al 2019, ha spento l’incendio così: "È molto importante che si tengano le lezioni di Paolo Nori, con l’appoggio dell’ateneo. Dostoevskij è patrimonio dal valore inestimabile e la cultura resta libero terreno di scambio e arricchimento". Speriamo. Speriamo, soprattutto, che l’incidente impedisca ulteriori stupidi ardori da cancel culture, la dittatura del politicamente corretto che vuole censurare i cartoni animati di Walt Disney (1901-1966), abbattere la statua di Indro Montanelli (1909-2001) e… bruciare l’Odissea.