Mercoledì 24 Aprile 2024

Dopo quasi 50 anni il capo delle Br Curcio indagato per l’omicidio di un carabiniere

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A distanza di quasi mezzo secolo dai fatti, il nome di uno dei fondatori delle Brigate Rosse, Renato Curcio (sotto, in una foto recente), è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Torino per uno degli episodi che insanguinarono l’Italia degli anni di piombo: la sparatoria davanti alla cascina Spiotta, nell’Alessandrino, che il 5 giugno 1975 mise fine al sequestro dell’imprenditore piemontese Vittorio Vallarino Gancia. Magistrati e carabinieri del Ros sono alla ricerca di un mister X, un brigatista mai identificato che riuscì a fuggire tra i boschi durante lo scontro a fuoco in cui persero la vita Mara Cagol, la moglie di Curcio, e Giovanni D’Alfonso, appuntato dell’Arma. E il fascicolo, aperto nel 2022, nasce proprio da un esposto del figlio del militare, Bruno D’Alfonso.

Curcio, 81 anni, è stato interrogato a Roma e ha negato qualsiasi coinvolgimento diretto o indiretto nella vicenda. Non solo. Ha anche chiesto agli inquirenti di chiarire le circostanze della morte della moglie perché - ha ricordato - l’autopsia mostrò che la donna fu trafitta da un proiettile che aveva una traiettoria orizzontale sotto l’ascella sinistra, come se avesse le braccia alzate in segno di resa. Inizialmente Curcio era stato convocato in veste di testimone assistito - come almeno una decina di ex brigatisti prima di lui - ma poi, a pochi giorni dall’audizione, è stato formalmente indagato per concorso nell’omicidio del carabiniere.