Venerdì 19 Aprile 2024

Dopo la morte di Giulia e Alessia "Più controlli notturni nelle stazioni" La polizia presidia le zone calde

Agenti e steward sorvegliano ogni sera locali e discoteche. Ma fra baby gang e alcool il compito è durissimo

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di Lorenzo Muccioli

RICCIONE (Rimini)

"Chi a Riccione questo fine settimana?" Inizia sempre così. Con un tam tam su TikTok. È il grande esodo dei giovani e giovanissimi verso quella terra promessa del divertimento che è la Riviera. A volte solo per una notte. Una toccata e fuga. Come Giulia e Alessia Pisanu, le sorelline travolte e uccise dal treno Frecciarossa. Anche loro appartenevano a quella marea umana che ogni weekend si riversa nelle strade e nei locali. Scendono in massa dai treni e attraversano la notte di Rimini e Riccione. Un esercito in marcia, spesso pieno di alcol in corpo. Già, ma chi li controlla? Chi vigila sullo sterminato popolo della movida?

Le forze dell’ordine, anzitutto. Dopo l’allarme baby gang dello scorso anno, quest’estate il Viminale ha deciso di non correre rischi, blindando la Riviera con 285 unità di rinforzo tra carabinieri, poliziotti e finanzieri. Nuovi presidi sono spuntati un po’ ovunque, dalle piazze ai parchi. E poi ci sono loro, gli uomini e le donne della sicurezza privata: un’armata di buttafuori, steward, vigilantes, guardie giurate. Solo in provincia di Rimini operano quasi 400 ’addetti al controllo’. Gli angeli della notte, li chiamano. "Non è facile avere a che fare con i giovani: bisogna saperli prendere, essere anche un po’ psicologi – spiega Alessandro Giuliani dell’istituto Vigilar –. Mostrare i muscoli a volte può essere deleterio. Il personale deve apparire autorevole, ma mai autoritario. Basta nulla per scatenare una rissa e l’obiettivo è sempre quello di gettare acqua sul fuoco".

D’altronde nemmeno gli addetti alla security possono fare miracoli. "I ragazzi arrivano nei locali dopo aver già fatto il pieno di alcol. Comprano vodka scadente al minimarket e riempiono dei bottiglioni che poi nascondono nelle fioriere. Ogni tanto escono e vanno a tracannare un sorso. Così è difficile mantenere il controllo".

Il pellegrinaggio verso le discoteche, come per Giulia e Alessia, comincia però molto prima, dalle stazioni del treno o dalle fermate del Metromare. Ad attendere i giovani una vera e propria flotta di taxi (una trentina quelli in servizio ogni notte solo a Riccione), autobus e navette. Come quelle della Blue Line: generazioni e generazioni di discotecari trasportate da un punto all’altro della Riviera.

Tra gli autisti storici c’è Sandro Conti, 67 anni, da trenta in trincea sui bus. La scorsa settimana è stato picchiato a sangue da cinque giovani passegeri ed è finito in ospedale. "Per un conducente è impossibile tenere a bada una massa di ragazzi scalmanati, spesso ubriachi o peggio – dice –. Servirebbero delle figure apposite, messe a disposizione dalle discoteche: addetti alla sicurezza chiamati a vigilare durante le corse".

Dopo la tragedia costata la vita alle due sorelline di Castenaso (i funerali si terranno oggi alle 10.30 nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio), gli scali ferroviari sono finiti sul banco degli imputati. Il questore di Rimini, Rosanna Lavezzaro, dopo l’incontro con il sindaco di Riccione Daniele Angelini, ha annunciato di voler "intensificare i controlli" nei luoghi sensibili, tra cui appunto la stazione riccionese. Lo stesso ha fatto il primo dirigente della Polfer del compartimento di Bologna, Annarita Santantonio, promettendo l’inivio di rinforzi aggiuntivi per il Ferragosto.