Sabato 20 Aprile 2024

Dopo la Cassazione sul 41 bis Cospito, digiuno a oltranza Il suo medico: "Può aggravarsi"

Il terrorista in sciopero della fame è detenuto nel reparto carcerario dell’ospedale San Paolo a Milano. Cortei di anarchici in molte città. Tosi (FI): libero di protestare, non sentiremo la sua mancanza

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L’unica possibilità reale è nelle mani del tribunale di sorveglianza di Milano. Dovesse rilevare una condizione del detenuto Alfredo Cospito incompatibile con il carcere (pure nella versione ospedaliera), potrebbe disporre anche d’ufficio la sospensione e il differimento della pena. "Vado fino in fondo" ripete lui nella cella del reparto di medicina penitenziaria dell’ospedale San Paolo di Milano. Dall’altra sera, da quando la Cassazione un po’ a sorpresa ha confermato per Cospito il 41bis, niente più vitamine, potassio né altri integratori: solo acqua con sale o zucchero, come ha raccontato il medico, consulente della difesa, che ieri è andato a visitarlo.

L’anarchico è determinato ad andare avanti con uno sciopero della fame che dura ormai da oltre quattro mesi, inasprito di nuovo nelle ultime ore dopo il verdetto della Suprema Corte, che per il suo pool difensivo equivale a una "condanna a morte".

Lui stesso è convinto che morirà "presto", ma con la "speranza" che altri portino avanti "la lotta" contro il carcere duro. Dalla voce del medico Andrea Crosignani, consulente dell’avvocato Flavio Rossi Albertini, ha ascoltato con attenzione le informazioni utili, se vorrà, per riprendere l’alimentazione in modo sicuro. Ma vuole proseguire col digiuno. Come riferito dal medico, "persiste" un quadro di "grave denutrizione" con "atrofia muscolare diffusa", malgrado riesca ancora ad alzarsi dal letto e a camminare. Complessivamente è una condizione ancora stabile coi parametri vitali che tengono, "sovrapponibile" a quella dei giorni scorsi.

Dato che lo stop agli integratori è solo di venerdì sera, nelle condizioni in cui si trova l’anarchico la situazione "potrebbe aggravarsi di giorno in giorno, perché partiamo da un fisico pesantemente denutrito con riserva funzionale molto ridotta".

Il quadro di stabilità, almeno al momento, è confermato da fonti giudiziarie tanto che, come viene chiarito, ci vorrà qualche giorno per capire quali effetti l’inasprimento del digiuno potrà avere. Resta costante l’aggiornamento delle relazioni mediche trasmesse al tribunale di sorveglianza di Milano, l’unico che potrebbe intervenire in situazioni di emergenza. "Anche in questo caso però - secondo l’avvocato Rossi Albertini - sarebbe solo una soluzione temporanea, perché una volta ristabilito, Cospito tornerebbe al 41 bis". Dal punto di vista giudiziario, del resto, restano pochi spazi per il 55enne ideologo della Fai, la Federazione anarchica informale. C’è l’udienza in vista davanti alla Consulta su una questione di legittimità costituzionale, da cui potrebbe dipendere se Cospito sarà condannato all’ergastolo o ad una pena tra i 20 e i 24 anni nel processo torinese sui due ordigni piazzati davanti all’ingresso della Scuola allievi carabinieri di Fossano. Decisione che però non influisce direttamente sul regime carcerario. E c’è il ricorso che la difesa ha presentato alla Sorveglianza di Roma contro l’ultimo no del ministro Carlo Nordio alla revoca del 41bis.

Ieri, intanto, striscioni e slogan di solidarietà a Cospito hanno caratterizzato i cortei, promossi da Cobas e da altre sigle contro la guerra e il governo, tra Milano, Torino e Bologna. Tra i partiti, intanto, il caso continua a suscitare reazioni. "Lui sciopera per la fame contro il 41 bis? Faccia pure, libero di farlo, non cediamo ai ricatti e non sentiremo la sua mancanza", ha detto il deputato di Forza Italia Flavio Tosi.

Cospito ha già mandato nelle scorse settimane al Dap una dichiarazione con cui esprime la volontà di non essere alimentato artificialmente se perderà conoscenza. Un nodo giuridico delicato, senza precedenti di questo genere e che mette a confronto il diritto del singolo e lo Stato che ha in custodia il detenuto. E che dovrà essere sciolto se le sue condizioni dovessero peggiorare. Cosa che i suoi legali, che torneranno a trovarlo forse già domani, danno oramai quasi per certo.