Mercoledì 24 Aprile 2024

Donne discriminate, sì alle denunce anonime

La proposta del ministro Orlando: "Una piattaforma protetta per chi segnala violazioni al codice pari opportunità sul lavoro"

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Una piattaforma che garantisca l’anonimato a chi denuncia discriminazioni di genere sul lavoro, che penalizza pesantemente le donne e l’occupazione femminile. Ne ha parlato ieri il ministro del Lavoro Andrea Orlando. "Non so se è per i numeri impressionanti in tempo di pandemia" ha detto l’esponente del governo, ma "si rischia di perdere tutto il terreno di quanto si era guadagnato per il lavoro e l’inclusione delle donne nel mondo del lavoro" e per questo "bisogna costruire meccanismi di piattaforme anonime che denuncino chi viola l’articolo 27 che proibisce ai datori di lavoro di fare domande personali ad una donna".

Andrea Orlando ha pronunciato queste frasi intervenendo al webinar sulla parità dell’occupazione femminile ‘Obiettivo 62%’. Il momento dell’assunzione, ha osservato Orlando, "è il passaggio in cui si decide se dare lavoro ad una donna o ad un uomo, servirebbe una piattaforma in cui si denuncia chi viola" il codice per le pari opportunità. Orlando ha quindi assicurato che pensa di "promuovere un’azione che incida su questo passaggio".

"È mia intenzione – ha inoltre specificato il ministro – applicare alle riforme la valutazione dell’impatto di genere".

Orlando ha indicato linee di intervento molto precise. "C’è una questione non più eludibile – ha detto – che riguarda la possibilità di costruire in tutto il paese standard che valutino i livelli essenziali sul fronte dell’erogazione del welfare, perché abbiamo due Italie e in una le infrastrutture sociali non ci sono e lavorare per una donna è praticamente impossibile".

In pratica, Orlando vorrebbe applicare al welfare gli stessi criteri che dovrebbero riguardare gli appalti per le forniture, garantendo uguali costi per uguali servizi. Ma estendere il concetto a un settore dove non si tratta di comprare siringhe o ferri chirurgici, ma di valutare l’impatto di asili, permessi di lavoro, equità nelle retribuzioni non è un’impresa semplice. Tuttavia il ministro è convinto della direzione intrapresa.

"Avere standard unici – ha sottolineato – è una risposta potente per evitare l’impraticabilità del lavoro per milioni di donne o la scelta" di lasciare il lavoro "con la nascita del primo figlio". Al Nord e nelle grandi aree urbane dove ci sono i servizi, ha osservato il ministro, "l’occupazione femminile è più alta".

red. pol.