Donne e carriera, come funzionano le fake news al veleno

Falsità, lettere anonime e storie volgari. La sindacalista: finte relazioni distruggono famiglie. Il capo dei rettori: ora basta

Donne al lavoro, donne e carriera: foto generica

Donne al lavoro, donne e carriera: foto generica

Roma, 18 ottobre 2018 - Lettere anonime, fake news e storie volgari di sesso per gettare discredito sulle donne: così fan tutti sul posto di lavoro. Il direttore della Scuola Normale di Pisa, Vincenzo Barone, ha aperto il vaso di Pandora. Ma quello dell’accademia non è il solo settore in cui l’odio contro le donne (ma, a volte, anche gli uomini) viene sfogato quando si tratta di valutare o proporre un nome particolare per una promozione.

L'APPELLO / Mara Carfagna: "Fate come me, denunciate"   «Le donne devono ribellarsi a questi stereotipi vergognosi – afferma il presidente dei rettori, Gaetano Manfredi –. Il direttore di Pisa ha fatto emergere una criticità del nostro mondo, ma che esiste in tutta la società. Le donne di grande qualità vengono colpite da pregiudizi. Avere poche donne ai vertici universitari è una perdita per tutto il sistema, mi auguro che le evoluzioni culturali portino a diventare rettore più donne (sono 6 su 82 posti in Italia: il 7%, ndr)».

Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario e madrina della legge sulle quote di genere nei CdA delle società quotate e controllate, denuncia: «I poteri maschili non sono controllati nelle aziende, per ogni donna che entra spesso viene verificato più l’aspetto fisico che non le sue qualità professionali e umane. È un problema di cultura e coinvolge ogni ambito lavorativo. Una donna deve dimostrare tre volte di più degli uomini di essere brava. Molte donne hanno paura a denunciare situazioni scomode spesso legate a rapporti intimi all’interno del mondo lavorativo, ma la situazione sta cambiando. Inoltre, ci sono conseguenze economiche: paghiamo lo scotto nel Pil perché, come dimostra uno studio Ocse, se ci fossero più donne occupate e al vertice in Italia nel 2030 il prodotto pro interno lordo pro capite crescerebbe di un punto all’anno».

«I veleni nascono spesso quando c’è la corsa per ricoprire un ruolo ambito in azienda: le donne vengono sminuite e si costruiscono storie su finte relazioni extraconiugali o per infangare la professionalità – racconta Sonia Alvisi, consigliera di Parità della Cgil Emilia Romagna – Una 27enne dipendente in una multinazionale aveva una storia con un collega 40enne, che poi è diventato dirigente. Lei, quando la relazione è finita, è stata ghettizzata. Alla fine è stata messa alla porta perché aveva quel trascorso ‘scabroso’. Mi arrivano casi di lettere anonime inviate da colleghi a casa di madri e mogli per ferirle psicologicamente informando il marito di falsi tradimenti coniugali: l’obiettivo è distruggere la famiglia visto che sul lavoro sono inattaccabili. Le donne denunciano poco per paura sia personale che lavorativa. Queste vittime hanno gravi conseguenze psicologiche: dormono poco, mangiano poco e accusano patologie. Nelle aziende più strutturate chi colpisce sceglie appositamente vittime più fragili da colpire e incapaci di procurarsi prove».   «Le parole del rettore della Normale di Pisa – spiega Andrea Catizione, responsabile Pari opportunità del Pd – sono sconfortanti ma totalmente veritiere. E non sono circoscritte solo all’ambito accademico. Il fatto poi che la denuncia venga fatta da un uomo testimonia la gravità della situazione. Nessun piagnisteo al femminile, quindi, ma la constatazione di uno stato di continuo sopruso».