Donna si dà fuoco davanti ai passanti Uno solo la soccorre, gli altri filmano

Crema, un automobilista si ferma per prestare aiuto. Poi scrive al sindaco: "La signora bruciava, ero l’unico a fare qualcosa". La gente pensava solo a riprendere la scena con lo smartphone. Il primo cittadino: "Agghiacciante. Chiediamoci dove siamo arrivati".

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di Piergiorgio Ruggeri

Con i piedi ben piantati a terra e lo smartphone spianato come un’arma, puntato dritto sulla tragedia: il rogo dove sta bruciando viva una donna. Riprendevano, senza muoversi, preoccupati dello zoom e del fuoco del filmato che già è pronto per finire sui telefoni di conoscenti e amici. E sui social. Senza alcuna partecipazione fisica, senza empatia verso la morte che andava in scena, reale come non mai, davanti ai loro occhi. "Cosa siamo diventati", si chiede costernata (anche lei sui social) Stefania Bonaldi, sindaco di Crema.

Succede poco dopo le 12.30, nella zona di Ombriano, periferia della cittadina della Bassa lombarda, fra campi e capannoni. Una donna intorno ai trent’anni si inoltra fra le sterpaglie di un prato e si toglie la vita in modo terribile: si cosparge di benzina e poi innesca una scintilla. A pochi metri c’è un ristorante e fra i tavoli di gente ce n’è parecchia. Escono. Qualcuno, pietoso, chiama e chiede aiuto. Altri restano attorno, fanno capannello. Alcuni attoniti, altri cinicamente già pronti a cogliere l’istante con la videocamera del telefono. Un’auto passa sulla provinciale. A bordo c’è un uomo con la moglie. Inchioda, scende, non perde un istante. Trova un asciugamano nella borsa della palestra e prova a spegnere il fuoco, tenta disperatamente di salvare quella donna per la quale i medici del 118 non potranno fare nulla. Dopo la reazione di solidarietà, però, l’anonimo soccorritore viene preso dallo sconforto. Si guarda attorno, vede la gente e quegli smartphone. E si indigna. Lo fa inviando una lettera al sindaco Bonaldi. "La signora bruciava e io ero l’unico che cercava di fare qualcosa – ha scritto –. In compenso c’erano una ventina di persone con il telefonino, che riprendevano la scena. Dopo minuti e minuti si è avvicinato uno con un estintore che non sapeva cosa fare. Ho spento tutto. Gli altri sono arrivati solo alla fine. Quando ormai avevo spento tutto, per curiosità".

La lettera al sindaco rimbalza subito su Facebook e Stefania Bonaldi commenta duramente. "La testimonianza di questo primo soccorritore, che passava in quel momento e si è fermato a porgere aiuto, è agghiacciante – dice –. Comprendo che non tutti possano avere il sangue freddo e la prontezza per intervenire quando una persona si dà fuoco. Si può rimanere gelati dallo choc di quanto sta accadendo. Ma se gli spettatori di questa tragedia hanno avuto la freddezza di prendere il telefonino e immortalare la scena – prosegue –, anziché correre in aiuto o chiamare i soccorsi, allora dobbiamo farci delle domande. Serie e molto, molto urgenti. Cosa siamo diventati? E se quella donna fosse stata nostra figlia, sorella, moglie, madre? Cosa può renderci così insensibili e distaccati verso la sofferenza degli altri? Perché questa indifferenza? Un abbraccio a questo ‘buon samaritano’, che passava per caso e si è fermato a prestare aiuto, anche se evidentemente non è bastato, e un pensiero pieno di dolore per questa donna. Non è un buon giorno, oggi, Crema". Un interrogativo pesante, davanti al quale il sindaco mette tutta la comunità. Che - ovviamente ancora via social - si interroga e si indigna di nuovo. "Ma dov’è finita l’umanità della gente?", si chiede una cittadina. Dietro lo schermo touch dell’ultimo telefonino.