Martedì 16 Aprile 2024

Don Pino Puglisi, chi era il prete di Brancaccio ucciso dalla mafia

Assassinato perché toglieva i giovani dal mondo della criminalità organizzata. La confessione del mafioso che gli sparò: prima di morire mi sorrise e disse "me lo aspettavo"

Don Pino Puglisi (Ansa)

Don Pino Puglisi (Ansa)

Palermo, 15 settembre 2018 - A 25 anni dalla morte di Don Pino Puglisi, Papa Francesco visita oggi la Sicilia per ricordare il prete di Brancaccio ucciso da cosa nostra il giorno del suo 56esimo compleanno. Ma chi era Don Pino e qual è la storia del primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia?

Nato a Palermo il 15 settembre del 1937, Giuseppe Puglisi, meglio conosciuto come padre Pino Puglisi o per gli amici '3P', divenne nel 1990 parroco di San Gaetano, a Brancaccio, un quartiere controllato dalla criminalità organizzata dei fratelli Graviano, capi-mafia legati alla famiglia del boss Leoluca Bagarella. Qui il parroco, occupandosi delle condizioni di degrado del quartiere, iniziò fin da subito la sua lotta contro la mafia. In particolare, cercò di aiutare e salvare i bambini che vivevano per strada e che consideravano i mafiosi degli idoli, delle persone di tutto rispetto. Organizzava così giochi e attività ricreative per far capire ai più piccoli che nella vita dei criminali non c'era niente di dignitoso e meritevole di rispetto e che al contrario, avrebbero vissuto una vita felice e beata se non si fossero avvicinati al mondo della criminalità organizzata. Erano molti i bambini che frequentavano le attività del parroco e proprio il fatto che egli stesse togliendo giovani alla mafia fu la principale causa dell'ostilità dei boss che lo consideravano un ostacolo. Così il 15 settembre 1993, tre anni dopo il suo arrivo a Brancaccio e giorno del suo 56esimo compleanno, Don Pino Puglisi fu ucciso a colpi di pistola davanti al suo portone di casa. Le indagini portarono all'arresto nel 1997 del latitante Salvatore Grigoli che confessò 46 omicidi compreso quello di padre Puglisi. Lo stesso Grigoli raccontò che prima di sparare don Pino sorrise e gli disse "me lo aspettavo". I mandanti dell'omicidio furono i capimafia Filippo e Giuseppe Graviano, entrambi condannati all'ergastolo. Il 25 maggio 2013, sul prato del Foro Italico di Palermo, davanti ad una folla di circa centomila fedeli, don Pino Puglisi fu proclamato beato e sulla sua tomba vennero scolpite le parole del Vangelo di Giovanni: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici" (GV, 12,24). 

IL RICORDO DI PAPA FRANCESCO - Così oggi Papa Francesco ha voluto ricordare padre Puglisi nella messa celebrata in suo onore al Foro Italico di Palermo: "Nella sua stanza la sedia dove studiava era rotta. Ma la sedia non era il centro della vita, perché non stava seduto a riposare, ma viveva in cammino per amare. Don Pino - ha continuato Francesco - sapeva che rischiava, ma sapeva soprattutto che il pericolo vero nella vita è non rischiare, è vivacchiare tra comodità, mezzucci e scorciatoie. Dio ci liberi dal vivere al ribasso, accontentandoci di mezze verità. Ci liberi da una vita piccola, che gira attorno ai piccioli. Ci liberi dal pensare che tutto va bene se a me va bene. Ci liberi dal crederci giusti se non facciamo nulla per contrastare l'ingiustizia. Ci liberi dal crederci buoni solo perchè non facciamo nulla di male. Signore, donaci il desiderio di fare il bene; di cercare la verità detestando la falsità; di scegliere il sacrificio, non la pigrizia; l'amore, non l'odio; il perdono, non la vendetta".

"Cari fratelli e sorelle - ha aggiunto il Papa - oggi siamo chiamati a scegliere da che parte stare: vivere per sè o donare la vita. Solo dando la vita si sconfigge il male. Don Pino lo insegna: non viveva per farsi vedere, non viveva di appelli anti-mafia, e nemmeno si accontentava di non far nulla di male, ma seminava il bene, tanto bene. 25 anni fa, quando morì nel giorno del suo compleanno, coronò la sua vittoria col sorriso, con quel sorriso che non fece dormire di notte il suo uccisore, il quale disse: 'c'era una specie di luce in quel sorriso". Allora vorrei chiedervi - conclude Francesco -: volete vivere anche voi così? Volete dare la vita senza aspettare che gli altri facciano il primo passo? Volete fare il bene senza aspettare il contraccambio, senza attendere che il mondo diventi migliore? Non si può seguire Gesù con le idee, bisogna darsi da fare. 'Se ognuno fa qualcosa, si può fare molto' diceva sempre Don Pino".