Giovedì 18 Aprile 2024

Domatore ucciso dalla tigre, la vedova: "Salvate l'animale che l'ha attaccato"

"Non ha colpe. Fatale un errore di Ettore, morto davanti a me"

Loredana Vulcanelli e Ettore Weber

Loredana Vulcanelli e Ettore Weber

Taranto, 16 luglio 2019 - La morte del domatore Ettore Weber, ucciso lo scorso 4 luglio dalle tigri con cui si allenava da 15 anni, ha lasciato sgomenti. L’esperto circense, 61 anni, originario di Mottola (Taranto), "è stato colpito alla giugulare con una zampata da una sola tigre. È morto nel giro di 2-3 secondi", ha raccontato Marina Monti, titolare del circo in cui stava lavorando Weber. I carabinieri del Comando provinciale di Bari hanno eseguito il sequestro delle 8 tigri del circo di stanza a Triggiano, nei pressi di un centro commerciale, dove nell’addestramento è stato ucciso il domatore. Gli animali sono stati collocati nello zoo safari di Fasano, in provincia di Brindisi, e oggi il giudice dovrebbe decidere il loro futuro. Non risultano ancora individuate responsabilità di terzi. "Ettore non si sarebbe dovuto trovare in quella gabbia da solo – si sfoga Livio Togni, 68enne ex domatore della nota famiglia di circensi "già dal 1800", eletto senatore nelle liste di Rifondazione comunista nella XIV legislatura (dal 2001 al 2006, a metà mandato passò al gruppo misto) –. Se in Italia questo settore fosse sostenuto, Ettore avrebbe avuto un assistente con lui nella gabbia e questa disgrazia probabilmente sarebbe stata evitata". La vedova di Weber, la 60enne rodigina Loredana Vulcanelli – sentita dagli inquirenti come testimone informata dei fatti – ha assistito alla tragedia, e ci racconta quegli ultimi attimi.

Signora Loredana Vulcanelli, come ha conosciuto suo marito Ettore Weber? "Negli anni ‘70 mio padre gestiva il Circo di Berlino e lavoravo con loro, come i miei 5 fratelli. In una tournée venne a lavorare la famiglia Weber: fu amore a prima vista, folle amore. Mi colpirono il suo carattere enigmatico, la sua durezza, la sua riservatezza, la sua discrezione. Gli feci la corte subito, ma lui non mi dava confidenza. Era un bel ragazzo, appassionato di animali. Addestrava pony e cavalli. Addomesticava qualunque animale: si avvicinava e li capiva. È un dono di natura essere domatore, pochi al mondo ce l’hanno. A 15 anni ammaestrava le bestie in cortile".

Quando è scoppiato l’amore per il circo? "Provengo da generazioni di circensi, i miei trisnonni facevano circo. È una tradizione di famiglia. Ho studiato da autodidatta materie umanistiche, ma il mio lavoro lo amo più di ogni altra cosa".

I figli hanno seguito le vostre orme? "Orlando, 36 anni, e Alex, 31, sono cresciuti nel circo, poi due anni fa hanno spiccato il volo. Alex è andato a fare l’equilibrista altrove, Orlando è un ginnasta generico che ha deciso di staccare la spina da questo mondo".

Cos’è successo la sera a Triggiano, nel Barese, in cui Weber è morto? Sono sotto choc. È un dolore straziante che mai dimenticherò. Ogni sera dalle 20 alle 21 allineiamo le tigri e facciamo un’esibizione privata tra di noi, per avere un contatto costante con gli animali. C’è un protocollo: mio marito prepara la carne dalla cintura e la dà quando le tigri fanno l’evoluzione. I felini escono dal carro e li posizioniamo nel tunnel vicino alla gabbia. Mio marito entra nella gabbia: io e lui abbiamo un’intesa di 40 anni, con gli occhi ci capiamo. Qualsiasi allarme ce lo comunichiamo in un istante. La prima tigre è salita sullo sgabello, mio marito è indietreggiato mentre io facevo venire la seconda tigre. Lui ha fatto 3 passi in più rispetto al solito e girandosi era convinto di essere nel mezzo. Invece era sotto alla tigre. Ha sbagliato il movimento".

E a quel punto? "Il felino è un predatore e si è destabilizzato per quel gesto. È stato un fulmine, con una zampata Ettore è crollato in un secondo perdendo la vita con la giugulare recisa. Non è stato sbranato. Nella sua tomba ho messo un corpo, con le sue fruste, che per lui erano preziose come diamanti".

Le altre tigri lo hanno aggredito? "No, sono tornate impaurite dentro il tunnel. La tigre che l’ha colpito, Sultan, è rimasta sopra mio marito, come a vegliarlo. È come se si fosse resa conta dell’errore e voleva dirci: ‘State lontani, ci penso io’".

Suo marito è stato tradito da un eccesso di sicurezza? "No, da una distrazione, un errore di calcolo. Non era una persona superba. Pochi minuti prima mi ha anche detto: ‘Loredana, proviamo o no?’. Io gli ho chiesto: ‘Hai preparato tutto? Non so, il tempo mi sembra strano’. È come se avessimo avuto un segnale, quella sera era un caldo allucinante".

Aveva mai rischiato la vita? "Qualche piccolo graffio quando dava mangiare, ma niente di che. Ha avuto uno dei più grandi maestri di tigri, Eugenio Weidmann, e non ha mai rischiato nulla. L’allenatore è decisivo".

"Lo show deve andare avanti", dite nel tendone. I vostri spettacoli proseguiranno con un altro domatore? "Aspetto di prendere i miei felini, portarmeli a casa, per trovare un parco dove sistemarli e farli stare bene. A questo punto starò vicina ai miei figli e ai miei nipotini".

Se una tigre attacca l’uomo, cosa si può fare? "Io ho l’estintore al mio fianco, loro si spaventano e ritornano in ordine. Quella sera ho cercato anche di entrare nella gabbia, ma la tigre si è voltata e mi sono rimessa a posto". 

Quella tigre merita di essere soppressa? Nel 2013 alcuni di quegli esemplari erano stati sequestrati perché 'pericolosi'. "Assolutamente no. Non sono pericolosi: se io mi avvicino a uno strapiombo per farmi un selfie, non è colpa del burrone se muoio. Quelle tigri le abbiamo cresciute col biberon di latte nella roulotte. E sicuramente non verranno abbattute".

Il felino Sultan è stato addestrato da Weber: era il suo ‘migliore amico’. Lei l’ha perdonato? "Certo, la tigre è una predatrice. Mio marito pesava 60 chili, la tigre 150. È l’uomo che sbaglia, non l’animale, che ha solo l’istinto".

Suo marito pensava di ritirarsi dal lavoro? "Avevamo calcolato che tra due anni avremmo smesso".

Il ministro dei Beni culturali, Bonisoli, sta lavorando a una legge delega per portare gli “animali fuori dai circhi”. Teme per il suo futuro? "Siamo un settore a rischio, non difeso dal potere in Italia. Facciamo sacrifici quotidiani e non certo per i soldi, ma la politica non ci ascolta. Il ministro mi ha mandato le condoglianze, dimostrando umanità”.

Lei e suo marito nell'aprile 2017 siete stati aggrediti da manifestanti e animalisti nel Leccese. Come si spiega questo odio contro di voi? "Sono stata all'estero e mi sono rapportata con gli animalisti nel mondo: là la gente dialoga educatamente. C'è un confronto all'estero, qui c'è la guerra. Lo Stato non ci protegge: mi vergogno di essere italiana. Agli animalisti dico: se amate gli animali, andate a salvare la Capitale dai topi".

Gli animalisti vi accusano di usare metodi violenti per addestrare gli animali. "Vengano a vedere i nostri allenamenti. Li abbiamo invitati tante volte, a spese nostre: non è venuto nessuno".

Qual è il segreto per entrare in contatto con tigri, pantere, leoni? "Servono genio e sregolatezza, con un po’ di follia. Ettore parlava alle tigri come facciamo noi ora, e loro gli facevano le fusa".

I vostri haters dicono: "Fanno circo per i soldi". I circensi ribattono: "Lo facciamo per l’amore degli animali". Lei perché lo fa? "Perché mi fa sentire viva".