Dj Fabo, i pm: "Assolvere Marco Cappato, fatto non sussiste"

Per i pm il radicale non ha avuto "nessun ruolo" nella "fase esecutiva" del suicidio di Fabiano Antoniani

Dj Fabo, chiesta assoluzione per Marco Cappato (Ansa)

Dj Fabo, chiesta assoluzione per Marco Cappato (Ansa)

Milano, 17 gennaio 2018 - Marco Cappato va assolto "perché il fatto non sussiste". A chiederlo è la Procura di Milano, in realazione alla vicenda di Dj Fabo, con il radicale imputato per aiuto al suicidio.  Il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano insieme alla collega Sara Arduini hanno chiesto, in subordine all'assoluzione di Cappato, l'invio degli atti del processo sulla morte di Dj Fabo alla Corte Costituzionale, per sollevare una questione di l'illegittimità costituzionale sull'articolo 580 del codice penale, che prevede appunto il reato di aiuto al suicidio. Fabiano Antoniani, detto Dj Fabo, è rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale.

LE REQUISITORIE DEI PM - "Noi abbiamo ricostruito la drammatica storia di Fabiano", che prima dell'incidente conduceva "una vita meravigliosa, fatta di possibilità" e poi si è "ridotto a una serie di gangli di dolore" che si attivavano di mano in mano, "privato della possibilità di desiderare". Lo ha sottolineato il pm Tiziana Siciliano in un passaggio della sua requisitoria. "Viene da dire 'se questo è un uomo' in base a quello che la Costituzione repubblicana ci ha abituato a credere, cioè un uomo come pieno fruitore di tutti i diritti della personalità che contempla". "Dignità è poter essere uomo - ha aggiunto -, può essere un sinonimo di autodeterminazione e di libertà. Ma come può esserci dignità se non c'è la libertà di esercitarla?".

Per il pm Sara Arduini "Cappato non ha rafforzato il proposito suicidiario di Fabiano, ha semplicemente rispettato la sua volonta'".   Nel suo intervento, Arduini ha sottolineato la tenace determinazione di Dj Fabo nel "voler andare a morire in Svizzera" tanto che lui stesso disse: "Se non riesco a farlo, chiamo un sicario per uccidermi". Fabiano, così lo ha chiamato nel corso della sua requisitoria il pubblico ministero, "descriveva la sua vita come un inferno insopportabile e alla fidanzata Valeria, che si sentiva sconfitta dalla sua scelta di morire, rispondeva che per lui quella sarebbe stata una vittoria". 

"NESSUN RUOLO NELLA FASE ESECUTIVA" - Dice ancora l'Arduini nella sua requisitoria che l'aiuto al suicidio, reato previsto dall'articolo 580 del codice penale, "secondo noi deve riguardare il momento esecutivo del suicidio, non le fasi pregresse. E nella fase esecutiva del suicidio di Fabiano Antoniani, Cappato non ha svolto nessun ruolo".