Fabiano Antoniani, alias dj Fabo (Ansa)
Roma, 27 febbraio 2017 - "Non prendetemi per scemo ma devo chiedervi un favore: mettete sempre le cinture. Non potete farmi un favore più grande". Sono le parole che Dj Fabo, al secolo Fabiano Antoniani, ha detto ai tre amici che lo hanno accompagnato nella clinica svizzera dove ha ottenuto il suicidio assistito e che sono rimasti con lui fino alla fine. E' Marco Cappato a raccontare gli ultimi attimi di vita dell'uomo diventato, in questi giorni, il simbolo della battaglia per l'eutanasia.
Dj Fabo era rimasto cieco e tetraplegico dopo un grave incidente stradale nel 2014. L'uomo, ha riferito ancora Cappato, "ha pronunciato queste parole da solo, senza aiuti. Ha trascorso i suoi ultimi momenti in vita con gli amici ed i familiari più stretti. Fino a poco prima che ci lasciassimo ha continuato a ringraziarmi".
Secondo la testimonianza del tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, Fabiano "ha morso un pulsante per attivare l'immissione del farmaco letale: era molto in ansia perchè temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato".
"Era sereno, ma all'inizio delle procedure, sempre convinto di voler andare avanti, era in ansia perchè temeva di non riuscire a mordere il pulsante che avrebbe attivato l'immissione del farmaco letale - ha spiegato Cappato - . Era preoccupato perchè la sua cecità non gli permetteva di vedere dove fosse collocato il pulsante esattamente".
Dj Fabo, però, ha anche scherzato poco prima di dare avvio alla procedura. "E se non ci riesco? Vorrà dire che tornerò a casa portando un po' di yogurt, visto che qui in Svizzera è molto più buono", ha concluso aggiungendo che, appena terminate le procedure preliminari "ha voluto procedere subito, ha voluto farlo subito senza esitare".