Martedì 23 Aprile 2024

Assegno di divorzio, conta "il contributo alla famiglia". Ecco cosa cambia

Un verdetto della Cassazione reintroduce il parametro cancellato dalla sentenza Grilli: il contributo andrà quantificato in base a un "criterio composito" che tenga conto del "patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio, alle potenzialità reddituali future ed all'età"

Matrimonio, foto generica (Ansa)

Matrimonio, foto generica (Ansa)

Roma, 11 luglio 2018 - Una sentenza della corte di Cassazione stabilisce che per il calcolo dell'assegno familiare in caso di divorzio "si deve adottare un criterio composito" che tenga conto "delle rispettive condizioni economico-patrimoniali" e "dia particolare rilievo al contributo fornito dall'ex coniuge" al "patrimonio comune e personale, in relazione alla durata del matrimonio, alle potenzialità reddituali future ed all'età". Un verdetto che reintroduce il parametro del "tenore di vita" escluso dalla sentenza Grilli che chiudeva la causa di divorzio tra l'ex ministro Vittorio Grilli e l'ex moglie Lisa Lowenstein. Sentenza su cui si basò la decisione della corte d'Appello di Milano nel revocare l'assegno di divorzio di Silvio Berlusconi a Veronica Lario. Ma proprio sulla causa di divorzio, tuttora pendente, tra l'ex presidente del consiglio e l'ex moglie potrebbe avere delle ricadute la nuova sentenza di oggi. 

COSA PREVEDE LA SENTENZA - Le Sezioni Unite civile della Cassazione nella sentenza 18287 precisano che all'assegno di divorzio deve attribuirsi una funzione insieme "assistenziale, compensativa e perequativa". Il "criterio integrato" individuato si fonda "sui principi costituzionali di pari dignità e di solidarietà che permeano l'unione matrimoniale anche dopo lo scioglimento del vincolo". Infatti la sentenza sottolinea che "il contributo fornito alla conduzione della vita familiare costituisce il frutto di decisioni comuni di entrambi i coniugi, libere e responsabili, che possono incidere anche profondamente sul profilo economico patrimoniale di ciascuno di essi dopo la fine dell'unione matrimoniale". "Lo scioglimento del vincolo - scrivono i giudici - incide sullo status ma non cancella tutti gli effetti e le conseguenze delle scelte e delle modalità di realizzazione della vita familiare". Pertanto, "l'adeguatezza dei mezzi deve essere valutata non solo in relazione alla loro mancanza o insufficienza oggettiva ma anche in relazione a quel che si è contribuito a realizzare".

IL CASO BERLUSCONI-LARIO - Il principio sancito oggi dalla Cassazione sarà quindi il fulcro delle prossime decisioni che la Corte dovrà prendere nell'ambito di cause di divorzio tuttora pendenti: una di queste è quella tra Silvio Berlusconi e l'ex moglie Veronica Lario, la quale, nello scorso gennaio, ha impugnato la sentenza pronunciata a novembre dalla Corte d'appello di Milano che aveva azzerato il maxiassegno riconosciutole in primo grado (1,4 milioni al mese) e disposto la restituzione a Berlusconi di circa 45 milioni di euro, proprio applicando l'orientamento che era stato stabilito dalla sentenza Grilli e oggi rivisto dai giudici della Cassazione.

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