Sabato 20 Aprile 2024

Divieto d’aborto, scontri in Polonia E il premier prepara l’esercito

Diritto all’interruzione della gravidanza abolito. Manifestazioni in tutte le città. nonostante il lockdown

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Lo scontro in Polonia sul diritto all’aborto s’inasprisce a livelli finora inediti: dalla capitale alle città più piccole, centinaia di migliaia di polacchi, da giovedì scorso, scendono ogni pomeriggio in strada per protestare contro la sentenza della Corte costituzionale che di fatto sopprime il diritto all’interruzione di gravidanza, con il premier Mateusz Morawiecki che ieri ha chiesto l’intervento dell’esercito. In un contesto di grande tensione, il leader del partito Pis, Jaroslaw Kaczynski, ha gettato altra benzina sul fuoco invitando i suoi sostenitori a scendere in strada a loro volta per "difendere le chiese", bersaglio di giovani che in alcuni casi hanno interrotto le funzioni religiose.

Intanto il Covid morde come mai prima: ieri si è toccato un nuovo record di 16.300 contagi e 130 morti in 24 ore, e il Paese è ormai per intero zona rossa, con un limite agli incontri di 5 persone. Un veto che non ha frenato le proteste: "passeggiate" pacifiche fino a questo momento, contro le quali però i conservatori al governo hanno scelto la linea dura. A Varsavia ieri hanno manifestato 250 mila persone. A Breslavia 60 mila. E di nuovo ieri sera i polacchi hanno protestato a migliaia in decine di città. Morawiecki ha condannato "barbarie e atti di vandalismo", affermando di temere "l’escalation della tensione sociale".

Il potere - mentre il presidente Duda è in isolamento perché positivo al coronavirus - non fa retromarcia per ora: fra pochi giorni la decisione della Corte, che boccia il ricorso all’aborto nei casi di gravi patologie dell’embrione, dovrebbe diventare legge. E gli ospedali hanno già iniziato a mandare a casa le donne che chiedono di abortire rientrando in questa casistica.