Dico basta al monopolio del Covid

Davide

Rondoni

I vaccinandi vogliono la libertá. Anche i non vaccinandi. I primi temono per la salute, e anche i secondi. Questi sono i capolavori del Potere, quello vero. Fissare lui il campo da gioco dove ti riduce a fazioni opposte che vogliono la stessa cosa, fronteggiandosi. Intanto, lui, il Potere fa i suoi comodi nei campi che contano. Il Potere ha fissato il campo sanitario come orizzonte di discussione. Lo ha fatto gestendo una pandemia, gestendo vaccini, spostando capitali e interessi, e facendoci discutere di questo. Io non lo accetto. O meglio lo attraverso in direzione opposta. Ho chiesto la messa di Pasqua durante il lockdown, ho messo in questione l’atteggiamento di preti e intellettuali mai scomodi e sempre acquiescenti. Ho pagato e pago per le mie idee. Pubblico a settembre un libro sulla natura vista dai poeti (“Che cos’è la natura? chiedetelo ai poeti“, Fazi ), curo una mostra di scultura al Meeting di Rimini “Natura umana. A che immagine a che oscura somiglianza?”. E altre iniziative sociali e culturali. Perché oggi non serve dividersi sui vaccini, ognuno faccia quel che vuole accettando le conseguenze di legge, come per la velocità in autostrada o per altre leggi ben più coercitive e incidenti sulle libertà personali. Ma la vera sconfitta è accettare un facile e divisivo campo di discussione imposto, mentre si deve lottare perché non sia deturpata la natura umana e fraintesa la natura. Vogliono sostituire con il valore della durata (salute, pianeta...) l’inquietudine per il senso, ciò che ci fa uomini. Usando pro-vaccini e anche anti-vaccini in uno scontro utile al Potere. “Durata vs senso” è invece la partita vera, dura, essenziale. Naturalmente diranno che sono astratto. Lo dicono sempre quando hai visioni veramente scomode rispetto ai campi prefissati. Se si hanno orecchie per intendere e filo di senso critico e bellezza da tessere, durante una “battaglia” in corso occorre non sbagliare il fronte vero.