M5S, Dibba vuole il Movimento. E pensionare Grillo

Scontro generazionale e politico, l’ex deputato pronto a scendere in campo come leader M5s. Il fondatore costretto a tornare

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Beppe Grillo è davvero tornato. E vuole riprendere in mano la sua creatura in stallo politico e balcanizzata da una guerra tutto contro tutti che può far solo male al governo e alla sua idea di rendere strutturale l’alleanza con il Pd. Dunque, Grillo, la prossima settimana, scenderà probabilmente a Roma per parlare con Crimi, Di Maio e Roberto Fico, Paola Taverna e pure Davide Casaleggio; l’Opa di ‘Dibba’ sul M5s va fermata.

Ci sarà da pianificare un percorso che consenta al Movimento di arrivare a fine legislatura senza rompersi in mille pezzi. Mettendo a rischio Conte, il governo, l’alleanza con il Pd e – perché no – l’elezione del prossimo Capo dello Stato. Alessandro Di Battista non è diventato improvvisamente il nemico, ma semplicemente qualcuno "che sta cercando una collocazione", dicono velenose fonti interne al Movimento, visto che la vena di giornalista-scrittore in giro per il mondo si sta esaurendo al pari del suo appeal sull’elettorato grillino, che ormai lo sente lontano. Un congresso (o comunque un’assemblea degli eletti), in questo momento, ma anche a settembre, si trasformerebbe in una fossa dei leoni da dove il Movimento uscirebbe comunque a pezzi e quindi ieri è arrivato proprio Luigi Di Maio a sminare il campo da questa eventualità (si punta a una segreteria allargata, al momento): "Un congresso? Non credo sia la priorità per l’Italia. Ci sono preoccupazioni per le imprese, i lavoratori, i giovani disoccupati. E noi – ha spiegato – dobbiamo dare risposte tempestive a queste persone. Sto con Grillo o con Di Battista? Grillo e Di Battista vogliono bene a questo Paese e al Movimento. E poi Grillo è il garante, ha fondato tutto e a lui va sempre il mio apprezzamento e la mia fiducia".

La scalata di Dibba sul M5s è stata respinta, ieri, anche da un personaggio d’eccezione come Manlio Di Stefano, sulla cui testa è piovuta anche la tegola Venezuela (non in quanto sottosegretario agli Esteri, ma in quando estimatore di Chávez) e un tempo ‘ombra’ di Di Battista: "Alessandro vorrebbe che si tenesse questo congresso il prima possibile. Un’altra parte, tra cui Grillo e, credo, la maggior parte del Movimento, pensa che quando si finirà di affrontare temi molto più importanti, quelli del Paese, si potrà trovare un momento di condivisione per risolvere i problemi del M5s".

C’è, però, un ‘regista occulto’ in questa partita. E si chiama Max Bugani, oggi capo dello staff di Virginia Raggi a Roma (lavora alla rielezione della sindaca), ma un tempo uomo forte di Rousseau. Che oggi gioca nel campo di Di Battista. "Alessandro ha le carte in regola per diventare un nuovo protagonista della politica – ha detto – e dobbiamo avere un leader lontano dal governo". E Dibba, guarda caso, lo è.