Diana Pifferi, morta di stenti: l’ombra degli abusi sessuali

Un 56enne in chat alla madre (in cella per omicidio): posso baciarla? Lei: lo farai. La donna aveva relazioni con diversi uomini. "Stava con loro per i soldi"

Milano, 26 ottobre 2022 - "Posso baciarla?". "Lo farai". Nelle chat scambiate fra Alessia Pifferi, la mamma di 37 anni che ha lasciato morire di stenti la piccola Diana e le sue frequentazioni conosciute su Tinder, una in particolare ha attirato l’attenzione degli investigatori che, per capire se la piccola possa essere stata vittima anche di atti sessuali, durante gli incontri della madre con gli uomini conosciuti sui social, ha aperto un fascicolo con l’accusa di "corruzione di minore" in cui ha iscritto la mamma e un uomo di 56 anni, autotrasportatore, residente a Cenate di Sopra, nella bergamasca.

Una foto della piccola Diana ai funerali (Imagoeconomica)
Una foto della piccola Diana ai funerali (Imagoeconomica)

L’uomo aveva conosciuto Alessia a marzo su Tinder, la relazione con la donna era durata quattro mesi, poi era stata la stessa Pifferi a lasciarlo perché aveva di nuovo riallacciato la relazione sentimentale con l’elettricista di Leffe, sempre nella Bergamasca, l’uomo per cui lascerà morire Diana di fame e sete, abbandonandola in casa sola per sei giorni. La squadra mobile, ieri mattina, ha sequestrato due pc e un telefono cellulare al 56enne nella sua casa di Cenate di Sopra. Contesto sociale degradato – spiegano gli investigatori –, l’uomo aveva perso il lavoro si era messo a fare saltuariamente l’autotrasportatore per alcune aziende casearie, moglie disoccupata, figli, situazione familiare difficile.

In questo contesto aveva iniziato la relazione con la mamma della piccola Diana, destinata a non durare perché la Pifferi, come spiegava nella chat, negli uomini che frequentava cercava anche una situazione economica solida. È tra i messaggi più intimi tra i due amanti che spunta anche quella sulla bambina. Una sola frase, soltanto quel "posso baciarla", a cui Alessia risponde "lo farai" che l’avvocato di lei, Solange Marchignoli minimizza: "Questa frase isolata non prova nulla". Ma compito degli inquirenti, in una vicenda così terribile, è fugare ogni dubbio, scandagliare l’intera vita della donna e quella breve della sua piccola e sfortunata bambina. Il reato di corruzione di minore, contestato a entrambi gli amanti punisce "chiunque compie atti sessuali in presenza di persona minore di anni quattordici, al fine di farla assistere". Dai primi risultati emersi dall’autopsia sul corpo della piccola non risulterebbero segni di abusi.