Mercoledì 24 Aprile 2024

"Non siamo più il paese di Schettino". L’orgoglio di Meta per il capitano Arma

I due comandanti vengono dalla stessa cittadina, il sindaco esalta l’ufficiale rimasto sulla Diamond Princess

Gennaro Arma, comandante della Diamond Princess

Gennaro Arma, comandante della Diamond Princess

Meta di Sorrento (Napoli), 19 febbraio 2020 - Le sue gesta fanno tornare alla mente l’epoca eroica della marineria di Meta di Sorrento quando la ricchezza di armatori e capitani coraggiosi produsse il più bel centro storico della Penisola Sorrentina dove anche la casa più umile era impreziosita da raffinatezze architettoniche. Quel tempo, che sembrava archiviato sotto la polvere dei libri di storia, poi raggiunto da schizzi di fango dopo le imprese del metese Francesco Schettino che naufragò sugli scogli delle Scole al Giglio, ora è tornato a galla, grazie al coraggio e ai nervi d’acciaio di Gennaro Arma, il ‘brave captain’ della Diamond Princess, la nave-lazzaretto ormeggiata in Giappone dal 5 febbraio. Giuseppe Tito più di altri conosce la ‘forza tranquilla’ del comandante. Non solo perché è suo amico d’infanzia, ma anche perché di Gennaro, nativo di Meta di Sorrento, è il suo sindaco. "Come sto vivendo questi momenti? Con trepidazione, come tutti i miei concittadini. Confido che finisca presto e che Gennaro possa tornare a Meta. Ma vivo questi giorni anche con orgogliosa partecipazione".

Lo ha sentito recentemente? "Sì, ci siamo scritti due giorni fa, gli ho mandato alcuni whatsapp. Da allora le comunicazioni si sono fatte difficili".

E cosa le ha detto? "Che sta bene e sta andando avanti con assoluta tranquillità e determinazione".

Che tipo è? "È bravo, serio, ha fatto tanta gavetta. È un ragazzo speciale, il vanto della nostra comunità, uno dei fiori all’occhiello di Meta che si esprime nella ‘Casina dei Capitani’, una delle più antiche istituzioni della marineria italiana".

State vivendo la celebrità di Arma anche come un riscatto, dopo i graffi subiti con la storia di Schettino? "Franco, il comandante Schettino, è un mio amico e noi a Meta abbiamo avuto una percezione diversa da quella di una parte della stampa e dell’opinione pubblica. Io stesso ho preso delle posizioni chiare, in controtendenza rispetto al giudizio generale. Ora Franco sta pagando e scontando la pena per quello che ha fatto. Ma allora ci fu un’esagerazione, un’amplificazione mediatica. È acqua passata, una vicenda alle nostre spalle e non abbiamo niente da cui riscattarci".

Cosa direbbe se avesse Arma davanti a sé? "Io, come Peppe Tito, gli direi: è un onore essere tuo amico. E come sindaco gli farei i complimenti per la semplicità con cui ha affrontato un’emergenza del genere. Eroe? Penso che lui non vorrebbe essere considerato tale, è una persona di grande spontaneità e candore, ma con una tempra di acciaio. Ogni volta che ci siamo incontrati lui ha sempre sostenuto che il ruolo del comandante è quello di mantenere la calma mentre intorno c’è tempesta. Un condottiero, ma guaio a dirglielo, si arrabbierebbe. Mi ha sempre raccontato: quello che desidero di più nella vita è di essere un uomo normale, una persona tranquilla che la domenica va in barca fino a Sorrento".