Giovedì 25 Aprile 2024

"Di nuovo la Dad? Guai a voi" Occupato il liceo Manzoni

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MILANO

Prima occupazione dell’anno: è un classico pre e post-pandemia al liceo Manzoni di Milano, che ha riaperto le porte il 7 gennaio. Lo scorso anno la notte all’addiaccio – con tanto di tamponi prima del blitz – era scattata contro il lockdown della scuola e la Dad. E anche quest’anno in 30 si fermeranno a dormire lì, al piano terra della scuola di via Orazio, perché "siamo stati dimenticati da tutti e quando eravamo considerati ci trattavano come untori", tuona Carlo Pavani del Collettivo politico Manzoni.

È la prima, non sarà l’ultima: la promessa. Come un anno fa, quando di occupazioni a catena se ne erano contate 12 a Milano. Rispetto a un anno fa la scuola riapre, è vero. "Ma la nostra è una critica alla gestione della pandemia – continua Pavani –, per i politici la scuola è l’ultima ruota del carro. Produrremo in questa settimana un manifesto". Lo striscione "Manzoni occupato" resterà appeso fino a sabato. "Lo toglieremo dopo aver ripulito tutto", promettono, ancora, dopo aver parlato con le forze dell’ordine. "Sappiamo quanto sia buio il Covid-19 e per questo faremo tutto in sicurezza. Non mancheranno il distanziamento, il gel igienizzante e le mascherine Ffp2", continuano gli studenti del classico, che hanno organizzato anche lezioni autogestite, invitando ospiti esterni come Il Terzo Segreto di Satira, Paolo Mereghetti e I Sentinelli. Nel palinsesto non manca pure l’incubo ricorrente: il ritorno alla didattica a distanza. "Questi mesi ci hanno distrutto psicologicamente – confessa Naide, studentessa del liceo -. La Dad ci ha privato della serenità. Vogliamo essere ascoltati. Non ci potranno chiudere di nuovo in casa. La scuola è un luogo sicuro". "Siamo stanchi di vivere una scuola che cade a pezzi – continua –: vogliamo socialità, spazi, diritto allo studio in presenza e in sicurezza. Vogliamo una riforma strutturale: venerdì da tante scuole di Milano ci riuniremo qui al Manzoni per rivendicare il vero cambiamento della scuola di cui abbiamo bisogno da troppo tempo".

"In questi anni le scuole sono state le ultime a riaprire e le prime a essere chiuse – le fa eco Anita –. Chiediamo attenzione alla scuola per quello che è, un luogo di formazione della popolazione mondiale, anche e soprattutto in relazione a quello che sta accadendo: negli ultimi due anni sono aumentati esponenzialmente i casi di disturbi depressivi, alimentari e di abbandono scolastico".

Simona Ballatore

Federico Dedori