Mercoledì 24 Aprile 2024

Di Maio frena sui corridoi umanitari: pericolosi

Reggio Emilia, il ministro degli Esteri rifiuta il dialogo coi talebani: "Non possiamo dar loro le liste dei nostri collaboratori a Kabul"

Il direttore di Qn - il Resto del Carlino Michele Brambilla e il governatore Bonaccini

Il direttore di Qn - il Resto del Carlino Michele Brambilla e il governatore Bonaccini

di Daniele Petrone

SCANDIANO (Reggio Emilia)

"Non possiamo fare corridoi umanitari immediati con l’Afghanistan perché dovremmo portare la lista ai talebani". Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio predica calma. Lo fa dal suo ufficio alla Farnesina in videocollegamento con Scandiano, nel Reggiano, dove ieri sera è intervenuto alla presentazione (moderata dal direttore di Qn - il Resto del Carlino, Michele Brambilla) del libro Il Paese che vogliamo, scritto dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini. "Dobbiamo lavorare coi Paesi confinanti con l’Afghanistan – ha detto Di Maio –. Con Pakistan, Iran, Uzbekistan e Tagikistan dove i profughi in queste ore stanno scappando. Sosterremo l’immigrazione in questi Paesi e creeremo corridoi per dare un futuro migliore a donne e bambini".

Ai quali si aggiungono anche "Russia e Cina che dobbiamo includere perché serve l’impegno di tutta la comunità internazionale affinché l’Afghanistan non diventi nuovamente terreno fertile per il terrorismo e una minaccia alla sicurezza internazionale", aveva aggiunto Di Maio nel vertice straordinario coi Paesi del G7 (più Turchia e Qatar oltre a rappresentanti Nato e Ue) al quale ha partecipato. Un’apertura importante soprattutto guardando a Pechino. È questa la cosiddetta "’Fase 2’, ossia il piano operativo per il popolo afghano – ha continuato il ministro – Perché la Fase 1 è finita col termine dell’operatività dell’aeroporto di Kabul. E voglio dire grazie ai governatori regionali che hanno dato immediata disponibilità ad accogliere i rifugiati".

Un assist a Bonaccini (col quale cerca sponda politica). "Dopo i primi cento afghani accolti nel piacentino e nel parmense e gli altri cento nel modenese, ne attendiamo altri – ha detto il governatore emiliano-romagnolo –. Chiederò al ministro Lamorgese di venire in conferenza Stato-Regioni perché abbiamo bisogno di avere un quadro complessivo. Mi auguro che tutti diano disponibilità a un’accoglienza sacrosanta. Si parla di dare diritti e un futuro a chi rischia la vita. Faremo tutto ciò che serve". Lo stesso Di Maio ha poi aggiunto che "la cabina di regia che sarà convocata con tutti i ministeri, dialogherà anche con Regioni e Comuni".

Una giornata di full immersion afghana quella di ieri per Di Maio. Prima nel vertice straordinario dove, oltre a soffermarsi sul lavoro diplomatico da svolgere pure al fianco di Russia e Cina anche grazie alla "nostra ambasciata", che dopo la caduta di Kabul, ha spiegato il ministro "si è prontamente trasferita a Roma ed è pienamente operativa. Il nostro inviato speciale per l’Afghanistan è a Doha. È importante continuare a garantire uno stretto coordinamento anche lì e decidere una posizione comune su dove collocare la presenza diplomatica. Dobbiamo giudicare i talebani dalle loro azioni, non dalle loro parole".

Infine, anche su un lungo post su Facebook, non ha mancato di elogiare militari e diplomatici italiani rientrati a Fiumicino dalla missione ("hanno onorato il nostro Paese e dato il massimo in una situazione drammatica rischiando anche la propria vita") per poi rivendicare orgoglioso che "l’Italia è il primo Paese europeo per numero di evacuazioni, circa 5mila civili afghani".