Venerdì 19 Aprile 2024

Detenute madri In carcere anche incinte, scontro tra Pd e Lega La legge slitta ancora

I dem spiazzati ritirano la loro proposta sulle misure alternative per chi ha figli. Ma il Carroccio in poche ore ne ripresenta una uguale e contraria. Salvini: "Gravidanze usate per evitare il carcere, è una vergogna"

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I diritti civili dividono ancora il Pd dalla maggioranza. E se a incendiare lo scontro era già stata la proposta sulla maternità surrogata, ieri a dar fuoco alle polveri è stata invece la proposta di legge sulla detenzione in carcere delle donne in gravidanza. Quest’ultima era già stata presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, e prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate, ma la dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo, tenendo in carcere madri e bambini in casi di recidiva del reato, ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desiderata della maggioranza. Insomma, lunedì non ci sarà alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura che era volto a evitare che i bambini nei primi anni di età finissero in carcere con la mamma o che una donna incinta finisse in carcere. Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra (Morrone e Braga). "Questo (il testo Serracchini, ndr) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme".

La Lega, come si diceva, ha invece tirato dritto, ripresentando un nuovo testo. "La proposta di legge sulle detenute madri la ripresentiamo noi visto che il Pd ritirando le firme dal provvedimento l’ha fatta decadere", ha detto Jacopo Morrone, capogruppo di via Bellerio in commissione Giustizia, "perché non ci siano più scuse per le donne incinte. Anche loro, se tornano a delinquere, finiranno in carcere", ha concluso. Per la capogruppo del Pd alla Camera, Debora Serracchiani, il punto è chiaro: "L’accanimento della maggioranza contro i bambini è una certezza", ha detto in Aula.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sulla piazza pubblica dei social media. Ad aumentare la polemica è lo stesso vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che con un post su Twitter ha accusato il Pd di "liberare le borseggiatrici rom che usano bimbi e gravidanza per evitare il carcere e continuare a delinquere. Vergognatevi", si legge. "La Lega aveva fatto passare la norma in Commissione Giustizia e ripresenterà subito il testo: è una questione di salute, giustizia e buonsenso".

Ieri mattina, lo stesso leader della Lega aveva annunciato come una vittoria del Carroccio, in commissione Giustizia alla Camera, l’emendamento relativo allo stop dello "sfruttamento della gravidanza da parte di borseggiatrici e delinquenti", passato con il sostegno di tutto il centrodestra. "Chi verrà sorpresa a rubare non sarà più rilasciata, ma sconterà la pena nelle case famiglia, in carceri adeguati o ai domiciliari, nel pieno rispetto della salute sua, dei figli e del nascituro. Una norma di buonsenso, realismo e giustizia: ora ci auguriamo che il testo venga portato al più presto in aula, con il voto di tutti".

Dunque, la proposta presentata dai deputati Jacopo Morrone e Ingrid Bisa prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena. "Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato – si legge nel testo –. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri". "Per quanto il problema sia delicato e richieda interventi di una certa ampiezza e complessita – sottolineano i due presentatori della proposta – sembra preliminare introdurre un minimo di certezza della pena, in modo che sia possibile arginare il fenomeno criminale, tutelare i cittadini vittime di borseggi e tentare di svolgere una qualche forma di rieducazione nei confronti delle autrici di questi deprecabili reati. Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa".