Sabato 20 Aprile 2024

Desirée Mariottini, si cerca un italiano. Nessuno chiamò i soccorsi forse per minacce

Emergono nuovi particolari sulla morte della sedicenne: gli stranieri fermati le mentirono sul mix letale. Indagini sulla rete di pusher

Polizia scientifica a San Lorenzo dove è morta Desirée (Ansa)

Polizia scientifica a San Lorenzo dove è morta Desirée (Ansa)

Roma, 28 ottobre 2018 - Continuano le indagini sulla morte di Desirée Mariottini dopo il fermo dei quattro presunti componenti del branco accusati di omicidio e violenza sessuale. Gli investigatori stanno verificando le posizioni di quanti erano nell'edificio abbandonato di San Lorenzo e avrebbero visto la ragazza stare male senza chiamare i soccorsi. Sette, o forse otto, le persone viste attorno al corpo da un testimone e che le avrebbero dato acqua e zucchero per farla riprendere. Da chiarire se non abbiano chiamato i soccorsi per paura o perché minacciati. Per qualcuno potrebbe configurarsi il reato di omissione di soccorso o anche di favoreggiamento. 

E mentre si attendono gli esiti degli esami del Dna per stabilire se ci siano altri responsabili di abusi sessuali (gli esiti si avranno tra qualche settimana), sono in corso indagini anche sulla rete di pusher che riforniva gli immigrati coinvolti nella morte della sedicenne. Gli investigatori stanno effettuando verifiche per stabilire da dove arrivava la droga e non è escluso che ci possa essere anche qualche italiano nella rete che approvvigionava gli spacciatori del palazzo di via dei Lucani. Come quello, ora ricercato dagli inquirenti, che potrebbe, secondo alcuni testimoni, essere colui che ha ceduto parte della droga ai quattro stranieri fermati.

BUGIE SUL MIX DI DROGHE - Intanto dall'ordinanza con cui il gip ha disposto il carcere per i tre fermati emerge che la giovane, in crisi di astinenza, è stata indotta dagli arrestati ad assumere il mix di sostanze (composto anche di tranquillanti e pasticche) "facendole credere che si trattasse solo di metadone". Ma la miscela, "rivelatasi mortale" era composta da psicotropi che hanno determinato la perdita "della sua capacità di reazione" consentendo agli indagati di poter mettere in atto lo stupro. 

FUGA DOPO LA MORTE - Sempre dall'ordinanza del gip risulta che il quarto uomo, il ghanese Yusif Salia fermato a Foggia il 26 ottobre, si è dato alla fuga subito dopo la morte di Desirée portando con sé anche il metadone, di cui è stato trovato in possesso al momento del fermo. L'uomo è attualmente detenuto nel carcere di Foggia e nei prossimi giorni verrà sentito dal gip pugliese nell'ambito dell'interrogatorio di convalida e garanzia.

MERCATO DELLO SPACCIO - Infine il gip Maria Paola Tomaselli cita una testimone che ha raccontato come quel palazzo fatiscente nel cuore dello storico quartiere di San Lorenzo, fosse divenuto un vero e proprio supermercato di tutti i tipi di droga, dove si poteva reperire qualsiasi sostanza dall'eroina agli psicofarmaci.