Giovedì 18 Aprile 2024

Desiderio di normalità Lascia anche la premier scozzese "Non si vive solo per il potere"

Sturgeon si è dimessa a poche settimane di distanza dalla collega della Nuova Zelanda "Oltre che un politico resto sempre un essere umano: nessuno dovrebbe governare a lungo"

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di Viviana Ponchia

Un’altra donna, un altro primo ministro, dimostra al mondo che "quando è arrivato il momento" si prende e si va. Fuori dalla politica, verso una vita che merita essere celebrata con un caffè, una passeggiata, un marito. Si è dimessa ieri a sorpresa Nicola Sturgeon, 52 anni, la signora che guidava la Scozia dal 2014 e voleva portarla all’indipendenza. Come aveva fatto qualche settimana fa, con dieci anni di meno e le stesse motivazioni, la premier neozelandese Jacinta Ardern. "Si è stancata, non ne può più" dice una fonte vicina alla Bbc". "Nessuno dovrebbe governare per troppo tempo – dice lei –. Sono un essere umano oltre che un politico". La sua conferenza stampa a Edimburgo ha spiazzato tutti: "Nella mia testa e nel mio cuore so che è arrivato il momento. Il momento giusto per me, per il mio partito e per il paese". Così, senza preavviso. Ma lei, prima donna a rivestire l’incarico oltre che la più longeva leader scozzese, a mollare tutto ci pensava da mesi.

In inglese si dice "stamina", parola che nella sua traduzione letterale, resistenza, ha sempre un sapore buono. È bravo chi resiste, chi si fa massacrare dagli straordinari, chi aspetta l’infarto per rilassarsi. Nello sport "stamina" è una virtù: si coltiva correndo fino all’ultimo chilometro e fa felice il personal trainer. Ma c’è chi fraintende la sua nobiltà anche senza canottiera e pantaloncini restando aggrappato alla poltrona fino a quando non viene cacciato o la palestra della vita chiude. "Stamina" è l’attributo del maschio alfa, che quando sente scivolare la presa reagisce aggrappandosi ancora più forte. E anziché lasciare raddoppia, scava, rifiuta di accettare ciò che tutti gli altri vedono: il disperato sforzo di allontanare il commiato abbastanza a lungo solo per assicurarsi che la fine, quando verrà, sia brutale e rancorosa, fonte di amare recriminazioni per gli anni a venire. Capita la stessa cosa nelle relazioni ammaccate, si resta attaccati a un amore morto e si arriva a odiarsi appassionatamente rendendo impossibile un divorzio civile.

Resistenza, ma perché? Adesso di sicuro qualcuno dirà che l’arte di lasciare è donna solo perché le donne quel tipo di attributi non li hanno. Una va bene, ma due. Non sarà un’epidemia? Non sarà che una volta raggiunto il vertice poi non reggono? "Non ho più energie – aveva spiegato la neozelandese Ardern -. Diamo tutto ciò che possiamo il più a lungo possibile e poi arriva il momento". E non si può dire che si fosse risparmiata fra la pandemia, un vulcano in eruzione, un terribile attaccato terroristico. Aveva ammesso che "forse la politica è il posto peggiore in cui io possa stare", però era rimasta. A battersi per l’uguaglianza di genere, l’aiuto alle famiglie, un futuro in cui sarebbe stato possibile per tutti e per davvero conciliare famiglia e lavoro. "Sii forte, sii gentile" è stato il suo motto. A chi non capiva ripeteva: "Fare il capo non significa essere quello che fa più rumore nella stanza. Penso a me stessa come a un ponte, alla cosa che manca nella discussione". E poi voleva sposarsi, stare con sua figlia, spolverare personalmente la collezione di ukulele.

Più o meno le stesse ragioni portate da Nicola Sturgeon, che ha negato di essere stata spinta dalle crisi politiche ma piuttosto dalla "perdita di una normale vita sociale". Ha ricordato di avere passato quasi tre decenni in prima linea, la metà ai piani alti del governo: "Se si tratta di navigare in acque tempestose e affrontare questioni insolubili, di esperienza ne ho da vendere. Quindi se il problema fosse quello non me ne andrei. Ho lottato con questa scelta per settimane, a livelli di intensità oscillanti. Alla fine ho cercato di rispondere a due domande: tutto questo mi fa stare bene? E, cosa più importante, fa del bene al mio paese, al mio partito e alla causa dell’indipendenza a cui ho dedicato la mia vita?". La conclusione è sui giornali di tutto il mondo.