Mercoledì 24 Aprile 2024

Deserto Italia dove cresce solo l’individualismo

Davide

Rondoni

Se nel 2020, anno primo della pandemia, si è arrivati a 401.000, le previsioni del professor Blangiardo per l’anno in corso di attestano tra 385-395.000. Ma la pandemia non è che la conferma di un trend. I numeri ci dicono che questo trend non è invertito, anzi è confermato, dalle nascite da figli di immigrati. Ma com’è possibile che un Paese intero, nonostante sia avvisato in modo chiaro del deserto che lo sta assalendo e delle nefaste conseguenze sul piano sociale, sanitario, economico, sembri non muoversi per nulla, non corre agli irrigatori, non cerca rimedi, non inverte la rotta? Qualche tentativo da parte di qualche forza politica c’è, ma del resto inerzia e apatia. Come se non fosse questa la prima emergenza del Paese.

A che servirà ammodernare il deserto? Per gli occupanti? Quali sono le ragioni che ci hanno condotto nel deserto? Ne accenno tre. Innanzitutto l’individualismo propagandato a ogni livello come modello di vita. Le parole chiave sono state tutte legate alla mera esistenza, al mero piacere, alla mera realizzazione dell’individuo.

Un individualismo che è disprezzo verso l’idea di coronamento di una esistenza come generazione, nutrito da ideologie dominanti provenienti, con mix micidiale, ‘68, del consumismo, e infine dalla attuale astratta idea della vita come autodeterminazione. Un figlio è di certo un grande inciampo per l’individualista autodeterminato.

In secondo luogo, ci sono ragioni economiche, provenienti da scelte ispirate a quelle ideologie, scoraggiano l’avventura che pur molti desiderano di generare. Si parla sempre di donne, quasi mai di mamme. In terzo luogo, una riduzione della famiglia, anche da parte cattolica e da parte borghese, a una specie di organismo grottesco, solitario, chiuso e soffocante. Bisogna aprire le finestre, irrigare con altre linfe e scelte. Da subito.