Dem divisi sul congresso, sì al vicesegretario donna

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Il via libera "ufficiale" del Pd a una vicesegretaria donna, in tandem con Andrea Orlando, è atteso nelle prossime ore. Nicola Zingaretti ha già dato il suo benestare. L’accelerata ci sarà con un ordine del giorno, che sarà sottoposto al voto della direzione del partito. Per individuare chi sarà la nuova numero due c’è tempo: la scelta avverrà nell’assemblea del 13 e 14 marzo. La selezione non sarà indolore, visto che ogni anima del Pd ha un’aspettativa diversa. Per esempio, fra i nomi che circolano, c’è quello di Cecilia D’Elia, molto vicina a Zingaretti: proprio per questo, la sua candidatura ha già creato qualche malumore nelle minoranze.

La rosa delle papabili è comunque ampia. Si parla di Debora Serracchiani, di Roberta Pinotti e Anna Rossomando. Mancano ancora due settimane, la tela sarà tessuta e disfatta chissà quante volte. Quella della numero due del partito non sarà l’unico nodo da sciogliere in assemblea. Zingaretti ha annunciato che in quell’occasione si affronterà anche il tema del congresso, chiesto con forza dagli ex renziani di Base Riformista.

Con la vicesegreteria in tandem, il Nazareno cerca di andare incontro a due richieste. Quella della componente femminile del partito, che lamenta scarsa attenzione alla parità di genere. E quella di chi non vede di buon occhio il doppio incarico di Orlando: numero due di Zingaretti e ministro del Lavoro.